Giorgio Esposito

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Puglia, un viaggio tra natura, cultura e gastronomia, nella regione "dei due mari"
La "California italiana" sorprende per paesaggi e ospitalità

ROMA (Italy) - L'Apulia dei Romani, greci, bizantini, arabi e poi angioini e borboni non è solo mare e paesi da visitare, ma anche bellezze naturali e paesaggi meravigliosi come i borghi, i tramonti, le masserie, i castelli ed il Salento. Nella Terra che nasce dall’abbraccio di due mari, Adriatico e Jonio, si scoprono tratti tra i più belli del Mondo con spettacolari scogliere a strapiombo sul mare e lunghe spiagge ricche di vegetazione mediterranea. Ma la Puglia si racconta anche attraverso l'anima delle proprie città roccaforti di storie millenarie e tra queste Lecce spicca quale capitale ideale del "magico Salento".


In Puglia ci si arriva in Aereo attraverso l'aeroporto di Bari (per Gargano e Murge) e l'aeroporto del Salento (per Salento, Valle d'Itria e Jonio) oppure utilizzando la rete ferroviaria nazionale Roma-Napoli-Bari-Lecce e Milano-Bari-Lecce. In auto, percorrendo le numerose strade e autostrade che terminano appunto nel "tacco d'Italia". Ma in Puglia si arriva soprattutto "con l'animo del viaggiatore" ... per poi ripartire "portandola nel cuore". Due, a nostro avviso, gli itinerari ideali per abbracciare la Puglia mixando tra di loro genuinità e originalità: Gargano - Castel del Monte - Polignano a Mare - Castellana Grotte - Alberobello - Ostuni - Lecce e scegliere poi di continuare verso Gallipoli oppure verso Otanto (400 km). Il secondo itinerario privilegia Gargano - Castel del Monte - Polignano a Mare - Castellana Grotte - Alberobello - Castellaneta - Ginosa - Castellaneta Marina (400 km). Il terzo itinerario riguarda un "Salento around" per meglio avventurarsi in un territorio che viene spesso definito come "la mecca del turismo": Lecce - Gallipoli - Santa Maria di Leuca - Otranto - Roca - Lecce o viceversa (200 km).



Il Gargano nei suoi splendidi scenari naturali e sacralità dei luoghi millenari. Un tour nel "tacco d'Italia" che ospita una serie di cittadine considerate oasi di bellezza estrema. Affacciato sul Mare Adriatico rappresenta una delle oasi più suggestive d'Italia, grazie al suo potente mix di selvaggia natura, spiagge, scogliere paradisiache e una cucina che accontenta anche i palati più esigenti. Il Gargano è da sempre considerato terra sacra merito delle molte chiese e delle tante abbazie. A tutto questo si aggiunge il fascino delle isole Tremiti, dove poter godere di assoluto relax, perdersi nella bellezza dei fondali marini e ammirare la rigogliosa vegetazione. Ecco un tour ideale tra Vieste e Isole Tremiti passando da Peschici, Mattinata, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo ed il Parco Nazionale del Gargano con la spettacolare natura della Foresta Umbra.

In Puglia dal romanico al barocco, cattedrali e monumenti incorniciano le piazze, all’ombra di castelli imponenti e palazzi nobiliari. Dal Gargano al Salento, la Puglia è scrigno di inestimabili tesori e meraviglie architettoniche, come i siti Unesco, luoghi talmente belli da essere considerati patrimonio dell’umanità.

Tra i Castelli pugliesi, ecco l'itinerario turistico-culturale che abbraccia Castel del Monte. La Puglia è sempre stata terra di conquiste e dominazioni costellata, quindi, da castelli e torri di avvistamento realizzate da Romani, Saraceni, Arabi, Normanni, Svevi ... Tra questi, il più noto resta Castel del Monte, una fortezza del XIII secolo fatta costruire da Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia, sulla sommità di una collina a 540 metri s.l.m nell'altopiano delle Murge occidentali. A 18 km dalla città di Andria, nel cuore della Murgia, Castel del Monte è universalmente noto per la sua peculiare forma ottagonale. Nel 1996, il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO lo ha inserito nella World Heritage List. Informazioni: https://buy.novaapulia.it/ingresso-castel-del-monte.htm - Nova Apulia: 388 3026000 / casteldelmonte@novaapulia.it - Castel del Monte: 327 9805551 / drm-pug.casteldelmonte@beniculturali.it


Su uno sperone roccioso a strapiombo sul Mare Adriatico sorge Polignano a mare il cui borgo antico è uno dei luoghi più suggestivi del territorio. L’ingresso avviene passando sotto un imponente arco marchesale che conduce alla centrale Piazza dell’Orologio che ospita il palazzo del Governatore e la Chiesa Madre che, cattedrale fino al 1818, conserva alcune opere importanti come il presepe interamente in pietra. Dalla piazza si diramano numerose stradine selciate che indicano al turista la via da seguire per le terrazze: sono delle logge che si affacciano a strapiombo sul mare e offrono un panorama mozzafiato. Polignano a mare è famosa per la bellezza delle sue grotte, che sono assolutamente da visitare. Quella più bella è la Grotta Palazzese, chiamata così per via dei marchesi Leto che la inclusero nei beni del “Palazzo”. Significativa, l'assegnazione sin dal 2008 della Bandiera Blu per la naturalezza delle sue spiagge e acque.

Dal Gargano al Salento, deliziate il palato con la genuinità delle specialità pugliesi. Menù che profumano di orecchiette fatte in casa, carne alla brace, specialità a base di pesce e frutti di mare, latticini, formaggi e tanti prodotti da forno: focacce, “pettole” fritte e dolci. Abbandonatevi nella serenità della campagna all'ombra degli ulivi secolari e vigneti che regalano eccellente olio extravergine e vini prelibati: il Negroamaro, l’Aleatico e il Primitivo.

Tra le grotte pugliesi, quelle di Castellana sono e restano un punto di riferimento per turisti e appassionati. Al centro della Puglia, nel cuore della Valle d’Itria con i suoi trulli e i suoi caratteristici borghi e a pochi chilometri dal mare, le Grotte di Castellana sono lo straordinario esempio di una regione che affascina e accoglie. Scoperte nel 1938, si sviluppano per 3348 metri raggiungendo una profondità di 122 metri dalla superficie. Tra gli attrattori turistici più importanti della regione, le caverne, i corridoi, gli abissi e i canyon, le stalattiti, le stalagmiti e le concrezioni dai nomi singolari e dalle forme e colori sorprendenti delle Grotte di Castellana offrono uno scenario in grado di meravigliare la vista con spazi e prospettive unici. Un mondo sotterraneo formatosi 90 milioni di anni fa, rivelato all’uomo nel 1938, capace ad ogni visita di svelare nuove sensazioni ed emozioni senza tempo. Info: segreteria@grottedicastellana.it - Telefono +39 080 4998221. (Attualmente le visite sono sospese per Covid).


Valle d'Itria, una porzione di territorio pugliese centrale, condivisa dalle province di Bari, Brindisi e Taranto, sul quale sono siti alcuni dei paesi più caratteristici dell'intera regione: Alberobello, Locorotondo, Cisternino, Ceglie Messapica e Ostuni. Anche conosciuta come Valle dei Trulli, il territorio è stato inserito nella 'World Heritage List' dell'Unesco per premiare i suoi spettacolari paesaggi ammirati da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo. Le sue cittadine, spesso usate quali ideali scenografie presepiali nel periodo natalizio, ospitano ricchezze culturali di vero pregio. Lungo i percorsi (semmai percorrendo le stradine campagnole) che dalla carinissima Locorotondo conducono alla bianchissima Ostuni, passando per Ceglie Messapica e la sempre amatissima Cisternino, è tutto un susseguirsi di muretti a secco, immensi e verdeggianti uliveti ed immancabili Trulli che caratterizzano la storia universale di questi luoghi. Una sosta anche di qualche giorno, per meglio apprezzarne i siti, ritemprerà qualsiasi viaggiatore.

Alberobello, la magia dei Trulli conquista e ammalia milioni di viaggiatori. Il tesoro della Valle d'Itria è patrimonio mondiale dell'umanità sotto vincolo dell'Unesco. E' uno dei borghi più belli del mondo incastonato in un territorio da sempre tra i più apprezzati della penisola. La ridente cittadina, infatti, sorge nella Valle d’Itria capitale incontrastata dei Trulli con i suoi circa 1.000 nel solo centro storico. Il panorama è un acquerello che attira turisti da tutto il mondo nell'intero periodo dell'anno. Un successo legato anche alla severa conservazione cui è sottoposto. Il centro storico di Alberobello si visita agevolmente a piedi, passeggiando per le incantevoli stradine lastricate dei quartieri simbolo Monti e Aia Piccola - dichiarati Patrimonio dell'Umanità - dove si affacciano le porte dei trulli abbellite con piante rampicanti o vasi di fiori. Un paesaggio che sembra un quadro raffigurante storie antiche e secolari fatte di tradizioni e rispetto per la propria terra.


Ostuni, è arroccata su una collina che affaccia sull'Adriatico e dal colore delle sue case in calce bianca, è chiamata anche "Città Bianca". E' caratterizzata da un Centro Storico disseminato di palazzi nobiliari e Chiese tra cui spicca la Cattedrale che si raggiunge percorrendo il caratteristico cammino lastricato che porta in cima al centro storico. Raggiungere la cima collinare è anche un'occasione per perdersi nelle numerose stradine coloratissime di tinte pastello che si incrociano in un labirinto infinito. Per gli amanti dello shopping, giova sapere che la maggior parte delle bancarelle e delle boutique, sono disseminate tra le viuzze imbiancate. Soprattutto d'estate "la città bianca" è invasa da turisti che tengono a non predersi qualche ora nei locali del centro degustando le prelibatezze pugliesi o anche solo un gelato fresco. Ma Ostuni è anche Movida notturna per gli amanti del vivere l'alba "live" a tutti i costi e offre lungo il litorale apprezzate discoteche.

Fatevi cullare dalle acque cristalline tra spiagge dorate e scogliere mozzafiato. Lasciatevi baciare dal sole sui litorali fino ai panorami del Salento. Scegliete una vacanza all’insegna del relax e del benessere. O una vacanza da dedicare allo sport e allo svago, immersi nella natura. Avventuratevi nell’ambiente incontaminato delle aree marine protette o lasciatevi avvolgere dal divertimento nella movida. Se siete in barca, poi, avete a disposizione un’infinità di approdi e punti di ormeggio.


Al centro della penisola salentina si trova Lecce, detta anche “Firenze del Sud” o “Atene delle Puglie” per il suo vastissimo patrimonio artistico, storico e culturale: meta imperdibile per gli appassionati dello stile Barocco, ma altrettanto ricca di monumenti d’epoca romana, medievale e rinascimentale. Lecce è stata “Capitale italiana della cultura" nel 2015 e ospita dal 2000 il Festival del Cinema Europeo. Celebre e pregiatissima quì è l’antica arte della cartapesta, ancora praticata da abili artigiani nelle botteghe nei pressi di Piazza Sant’Oronzo, cuore pulsante della città nella quale fu scoperto - all’inizio del Novecento - l’Anfiteatro romano d’età augustea ancora in parte nascosto nel sottosuolo. Anche le buone forchette, tuttavia, non rimarranno insoddisfatte da una passeggiata per le strade del centro storico: tra le specialità gastronomiche leccesi, infatti, non si possono non citare: Rustico, Puccia e Pasticciotto.


La Puglia vi accoglie in ogni stagione dell’anno, grazie al clima particolarmente mite. Se invece amate il turismo attivo, praticate il vostro sport preferito a stretto contatto con la natura. Dal trekking all’equitazione, dal surf allo snorkeling per scoprire fondali straordinari, la scelta è vasta per i più esperti ma anche per chi vuole imparare. E se amate il binomio salute-benessere rivolgetevi con fiducia ai numerosi centri termali, da Santa Cesarea a Torre Canne fino Margherita di Savoia.

Otranto, detta anche "la città dei Martiri" è il vero gioiello del Salento, un ponte fra Occidente ed Oriente, un territorio pieno di spiagge caraibiche, un luogo ricco di storia, arte, cultura. Passeggiare tra le strade di Otranto è un’emozione che raramente si dimentica. I vicoletti, i monumenti e la bellezza antica del centro storico, le conferiscono un fascino ineguagliabile, capace di rapire lo sguardo e il cuore di ogni visitatore. Il centro storico accoglie turisti da tutto il mondo che amano perdersi nelle ricchezze storiche che offre: la Cattedrale cone le ricchezze storiche interne, il Castello aragonese, la cinta muraria... Ma Otranto è famosa anche per le spiagge immacolate, soprattutto la Spiaggia degli Alimini bordata da dune incontaminate, tra i profumi tipici della macchia mediterranea e sabbia immacolata. La Baia dei Turchi, una scenografica lingua di sabbia bianca costeggiata da ricca vegetazione mediterranea e Porto Badisco, un’insenatura da sogno dove approdò, secondo la leggenda, Enea durante la sua fuga da Troia.


La regina dello Ionio, tra cultura, storicità e relax per tutti. Gallipoli è la nuova meta italiana “trend” per giovani e famiglie. Affacciata sul mar Ionio, è una sobria cittadina costiera che fa parte della provincia di Lecce da cui dista 40 km ed è nota come “Perla dello Ionio”. E' divisa tra città e il caratteristico centro storico. Il borgo antico di Gallipoli è circondato da mura di difesa costruite per opporsi ai tanti conquistatori che nel tempo hanno cercato di dominarla. Il centro antico, infatti, è una sorta di isola legata alla city attraverso un ponte. Da visitare il “Castello Angioino” e la “Cattedrale”. Per gli amanti del "relax mare" la splendida “Spiaggia della Purità” che si raggiunge attraverso le viuzze oppure percorrendo “La Riviera”, la panoramica strada circolare che percorre le mura di cinta in tutta la loro lunghezza.


Vivi le notti di Puglia tra le discoteche e i locali più gettonati dal turismo internazionale. Nel borgo antico, una piazzetta gremita di gente è perfetta per un aperitivo in compagnia e nel ristorantino tipico puoi conoscere i sapori di Puglia. La natura è tua complice in ogni stagione dell’anno tra baie esclusive e fughe romantiche nella natura, puoi prendere il sole indisturbato su una scogliera selvaggia o rifugiarti in un’antica masseria. In tutto questo, la Puglia ti è amica e di certo sapra farsi amare.

Le Gravine pugliesi, vero tesoro a cielo aperto. La scenografica Castellaneta. I colori e le splendide spiagge della città natale di Rodolfo Valentino si sposano ai sapori genuini del territorio. Circondata da un’oasi protetta, Castellaneta è immersa nella spettacolare gravina sulla quale si affaccia il suo splendido borgo. La sobria cittadina a pochi chilometri sia da Taranto che da Matera, possiede un centro storico colmo di strette stradine quasi tutte confluenti verso la meravigliosa Cattedrale e al Palazzo Vescovile. Ma Castellaneta è soprattutto “casa natale e museo” dell’amatissimo Rodolfo Valentino che negli anni ‘20 divenne il principe del cinema muto italiano e mondiale. Piacevolissima anche la Marina che posta sulle azzurre acque dello Jonio, attira migliaia di turisti amanti della tintarella in un ambiente frizzante da vivere in estate e non solo. Il tutto può essere mixato anche da una "full immersion" nei sapori genuini della cucina locale.


Ginosa nasce nella grotta del Vallone dell’Arciprete, in contrada Pescarella, nel Paleolitico. Nei secoli successivi è stato un susseguirsi di villaggi rurali e di città fortificate di Peuceti, Greci e Romani. Con la caduta dell’Impero Romano la gente si spostò progressivamente nelle grotte dove nacquero i villaggi rupestri del Rione Rivolta e Casale. Con la fine del Medioevo la gente abbandonò progressivamente la gravina per spostarsi sulla collina.

In Puglia si arriva soprattutto "con l'animo del viaggiatore" ... per poi ripartire "portandola nel cuore"

Quando andare in Puglia. Situata nel sud-est dello stivale, possiede un clima mediterraneo con inverni miti in pianura e rigidi e umidi sulle alture. Estati calde e soleggiate. La situazione climatica è però diversa tra nord (Gargano) che ha inverni rigidi e molto spesso neve con calura estiva particolarmente elevata. Il centro della regione si diversifica in litorale marino ed entroterra ricco di colline e paesaggi montuosi. Il sud (Salento) regala invece solo paesaggi di campagna delimitati dalle litoranee che abbracciano l'intero "tacco d'Italia". Immancabile anche visite e tintarelle sul versante Jonico che ospita celebri locations sia dell'area leccese che tarantina. Il periodo nel complesso migliore per una visita, restano i mesi di Maggio e Ottobre arricchiti da quelli classici del periodo estivo di mare, da Giugno a Settembre.

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Giorgio Esposito

Viaggi e Turismo - Puglia, la 'Valle d'Itria' per un viaggio senza tempo
La 'World Heritage List' dell'Unesco ha premiato i suoi spettacolari paesaggi
Da Cisternino ad Alberobello passando per Ostuni, Ceglie e Locorotondo

Valle d'Itria, una porzione di territorio pugliese centrale, condivisa dalle province di Bari, Brindisi e Taranto, sul quale sono siti alcuni dei paesi più caratteristici dell'intera regione: Alberobello, Locorotondo, Cisternino, Ceglie Messapica e Ostuni. Anche conosciuta come Valle dei Trulli, il territorio è stato inserito nella 'World Heritage List' dell'Unesco per premiare i suoi spettacolari paesaggi ammirati da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo. Le sue cittadine, spesso usate quali ideali scenografie presepiali nel periodo natalizio, ospitano ricchezze culturali di vero pregio. Lungo i percorsi (semmai percorrendo le stradine campagnole) che dalla carinissima Locorotondo conducono alla bianchissima Ostuni, passando per Ceglie Messapica e la sempre amatissima Cisternino, è tutto un susseguirsi di muretti a secco, immensi e verdeggianti uliveti ed immancabili Trulli che caratterizzano la storia universale di questi luoghi. Una sosta anche di qualche giorno, per meglio apprezzarne i siti, ritemprerà qualsiasi viaggiatore.

Masserie e trulli, muri a secco ed uliveti secolari che scorrono tra Locorotondo, Cisternino, Ostuni, Alberobello e Ceglie Messapica. Questa è la Valle d'Itria. Una terra dove storia, folclore e leggenda si fondono grazie ai Messapi, Greci, Romani, Goti e Longobardi che queste terre le hanno abitate già 5mila anni fa. Il suo nome pare sia di origine bizantina, in onore della Madonna Odegitria (dal greco 'odos', che significa via, ed 'egheter', che vuol dire guida), nota anche come Madonna del Buon Cammino, in quanto, secondo la tradizione popolare, indicava la giusta via al viandante in difficoltà. E a farla da padrona lungo tutti gli itinerari è l'enogastronomia tipica, a base di taralli, friselle, olive, focaccia, pettole e panzerotti. Famose e pregiate sono poi le carni tra cui spiccano: Gnummareddi, Capocollo e Bombette di carne di maiali allevati nei boschi di questa valle. I vini DOC sono il Martina Franca e il Locorotondo. Degustazioni ideali nei caratteristici ristorantini disseminati nei centri storici.


Valle d'Itria - Cisternino. Cisternino si trova a poco meno di 400 metri di altezza sul livello del mare ed è rinomata per le sue graziose chiesette, i palazzi d’epoca e le tradizionali case dipinte di bianco. Con i suoi paesaggi mozzafiato e le delizie enogastronomiche, è in grado di lasciare un ricordo indelebile. Il viaggio a Cisternino non può che cominciare dal pittoresco centro storico, con i suoi quattro quartieri: Bère Vecchie, Scheledd, u Pantène e l’Isule, in un labirinto di viuzze disseminate di tradizionali casette bianche, con i loro balconi decorati da gerani e bouganville. Il tour ideale porta al Palazzo del Governatore, Palazzo Vescovile, Piazza Vittorio Emanuele dominata dall’ottocentesca Torre dell’orologio, Torre di Porta Grande o Normanno-Sveva che fungeva da ingresso principale della città. Non tralasciare poi le graziose chiesette: la seicentesca Chiesa di Santa Lucia, la Chiesa di Sant'Antonio e la Chiesa Matrice di San Nicola Patara. Per pranzo o cena Cisternino offre un menu particolarmente ricco e variegato. Tipiche della zona sono le macellerie con sala ristorante annessa, che servono ogni genere di piatti a base di carne, scelta spesso dai clienti stessi e cucinata al momento. Comodo da raggiungere, il delizioso borgo si trova a un’ora in auto sia da Bari che da Brindisi. Cisternino è soprattutto ideale per alloggiarci per poi raggiungere giorno per giorno le varie location del territorio. La location consigliata è una splendida 'dimora' nella serena e pacifica campagna che abbraccia tutta Cisternino: Villa Karmel e Trulli Mikael - (Italia News Press Agency: free review - recensione indipendente non pubblicitaria)

Valla d'Itria - Ostuni. Arroccata su tre colli, sorge a 218m sul livello del mare. Dista 40 km da Brindisi e 8 dalla sua costa adriatica da sempre omaggiata della Bandiera Blu. La magia di Ostuni è legata al caratteristico centro del borgo antico su cui troneggia la quattrocentesca Cattedrale in stile romanico-gotico e su cui spicca un grande rosone a 24 raggi di rara bellezza. Lungo via Cattedrale che divide in due il cuore medievale della città, si trova l’ex Monastero carmelitano sede del Museo delle civiltà preclassiche della Murgia Meridionale dove è esposto il calco di Delia, una donna in gravidanza vissuta 25.000 anni fa. In Largo Trinchera, si fronteggiano i settecenteschi edifici del Palazzo Vescovile e del vecchio Seminario, collegati dal suggestivo arco Scoppa. Ostuni è meglio conosciuta come "la città bianca" per le sue costruzioni dipinte con la calce, che creano uno splendido effetto luce soprattutto nei mesi estivi. Il borgo medioevale è molto caratteristico e gode di una posizione suggestiva sulla collina. ogni casa è dipinta di bianco con pittura a calce. Nel XVII secolo la peste imperversò nella zona risparmiando Ostuni soprattutto per l’abitudine di imbiancare le abitazioni con la calce che ha la proprietà di essere un disinfettante naturale. Il centro storico di Ostuni è uno dei più belli d'Italia ed è conosciuto in tutto il mondo per la sua originalissima architettura.

Valle d'Itria - Locorotondo. Lo splendido borgo riconosciuto universalmentre tra i più caratteristici dell'intera regione, si trova a metà strada tra le province baresi e brindisine. Un paese che i suoi stessi abitanti descrivono: "Sorge linda e silente sulla sommità di un colle che cinge gli ultimi contrafforti murgiani del Barese. Armoniosamente tondeggiante come il toponimo stesso suggerisce, Locorotondo deve il suo nome alla morfologia assunta dal primo centro abitato, sorto attorno al mille. Le prime casupole di un villaggio composto da agricoltori furono edificate su un altopiano attrezzato, addossate le une alle altre, a pianta circolare, quasi a voler cingere a corona quella terra strappata a boschi di querce e fragni per renderla coltivabile e fertile". Spiccano il vecchio Palazzo Comunale risalente agli inizi del ‘700 e Palazzo Morelli, con i suoi eleganti balconi in stile barocco. Si raggiunge quindi la chiesa Matrice di S. Giorgio, della fine del XVIII secolo e cuore del borgo. Di ispirazione romano-gotica è invece la chiesa di Santa Maria la Greca con uno splendido rosone. Affacciandosi da vari punti panoramici del centro storico si può godere di un tipico paesaggio rurale punteggiato da piccoli trulli chiamati localmente “casedde” e masserie. In effetti il borgo è splendidamente curato nella sua scenografica architettura che, a sua volta, si riflette negli occhi dei milioni di turisti che non si perdono qualche ora tra i caratteristici vicoli e vicoletti. Nella cittadina, immancabile una sosta per assaporare la cucina tradizionale locorotondese, che è improntata ai sani principi dell'antichissima cucina popolare e contadina. Il tutto innaffiato dal mito dei vini territoriali: Locorotondo doc, oramai celebrato i tutti i sei continenti. A Locorotondo ci si arriva in auto attraverso la SS 16 Bari-Lecce uscita Fasano.

Valle d'Itria - Ceglie Messapica. Secondo la leggenda, la fondazione di Ceglie sarebbe dovuta al mitico popolo dei Pelasgi, arrivato in Puglia dall'Oriente, al quale vennero attribuite le costruzioni megalitiche note con il nome di specchie. In seguito all'arrivo di coloni greci nella zona, intorno al 700 a.C., la città assunse il nome di Kailìa. Successivamente la città fu punto di avvistamento del popolo dei Messapi a lungo in lotta contro la spartana Taranto. Attualmente il borgo presenta una serie di elementi perfettamente inseriti ed armonici tra di loro, quali trulli, masserie, lamie, doline, grotte carsiche, chiese e cappelle rurali, specchie, paretoni e muretti a secco, uliveti, vigneti, mandorleti, boschi, macchia mediterranea, querce secolari, radure a pascolo per l’allevamento, seminativi. Tali condizioni hanno garantito la conservazione dell’ambiente e delle produzioni tipiche. E’ una campagna incontaminata e rispettata nel proprio assetto. Il territorio è segnato dall’inconfondibile scenario offerto dai trulli e dalle masserie. Le feste patronali, gli eventi musicali, i momenti di relazioni sociali nella piazza centrale del paese, attraversano le stagioni, regalano momenti di pura notorietà. Il tutto mixato da una eccellente cucina che si scopre e si riscopre giorno per giorno nelle famose macellerie e ristorantini del centro storico e non solo. A Ceglie ci si arriva idealmente in auto con la SS 16 Bari-Lecce uscita Ostuni.


Valle d'Itria - Alberobello. E' uno dei borghi più belli del mondo incastonato in un territorio da sempre tra i più apprezzati della penisola. La ridente cittadina, infatti, sorge nella Valle d’Itria capitale incontrastata dei Trulli con i suoi circa 1.000 nel solo centro storico. Il panorama è un acquerello che attira turisti da tutto il mondo nell'intero periodo dell'anno. Un successo legato anche alla severa conservazione cui è sottoposto. Il centro storico di Alberobello si visita agevolmente a piedi, passeggiando per le incantevoli stradine lastricate dei quartieri simbolo Monti e Aia Piccola - dichiarati Patrimonio dell'Umanità - dove si affacciano le porte dei trulli abbellite con piante rampicanti o vasi di fiori. Un paesaggio che sembra un quadro raffigurante storie antiche e secolari fatte di tradizioni e rispetto per la propria terra. I trulli hanno in comune con le abitazioni dei popoli primitivi la forma esterna, un cilindro sormontato da un cono, ma in tutto il resto sono una costruzione originale: sono interamente costruiti in pietra calcarea locale tramite la tecnica “a secco”. Primitiva è la forma, così come i mezzi, ma certo non lo è la sapienza con cui è stata raggiunta una staticità eccezionale. Molto particolare è l’elemento del tetto, composto da una pseudo-cupola di lastre calcaree orizzontali posizionate in serie concentriche sempre più piccole, le cosiddette “chianche” e “chiancarelle”. Il risultato è una costruzione con un eccellente isolamento termico fresco d'estate e caldo d'inverno. Ma Alberobello è anche eccellente accoglienza che vale la pena sperimentare trascorrendo qualche ora nei suoi caratteristici ristorantini per gustare le prelibatezze locali. A Locorotondo ci si arriva in auto attraverso la SS 16 Bari-Lecce uscita Monopoli Sud.

Si ringraziano di Uffici del Turismo per la sempre gradita collaborazione.

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Puglia, il Gargano vero paradiso naturalistico di una terra amata e desiderata
Un reportage nel "tacco d'Italia" che ospita una serie di cittadine "oasi di bellezza estrema"

Il Gargano, affacciato sul Mare Adriatico rappresenta una delle "zone paesaggistiche" più suggestive d'Italia, grazie al suo potente mix di selvaggia natura, spiagge, scogliere paradisiache e una cucina che accontenta anche i palati più esigenti. Il Gargano è da sempre considerata terra sacra merito delle molte chiese e delle tante abbazie che corrono da Monte Sant'Angelo a San Giovanni Rotondo. A tutto questo si aggiunge il fascino delle isole Tremiti, dove perdersi nella bellezza dei fondali per ammirarne la superba vita marina. Ecco un lungo "tour ideale" che abbraccia la poliedrica e ospitalissima Vieste fino alle Isole Tremiti, passando da Peschici, Mattinata, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, Monte Sant'Angelo ed il Parco Nazionale del Gargano con la rigogliosissima Foresta Umbra.

Il nostro lungo reportage ha scelto 'Vieste quale hub ideale' per poter meglio godere di tutte le altre perle del Gargano. Vieste e raggiungibile attraverso l'autostrada A14 uscita Foggia dopo circa 90 minuti e 90 km direzione Mattinata - Vieste. Una strada panoramica che attraversando boschi e falesie a picco sul mare, lascia senza respiro sia per la natura incontaminata che per gli scorci paesaggistici di estrema bellezza. Nella cittadina, che vanta un magnifico lungomare ultra chilometrico di spiagge bianche, mixate ad hotel e ristoranti, il nostro team incontra "la migliore referente per questo territorio" Antonella Vescia - Agrifoglio Tour (Peschici), che ci assiste in questa lunga immersion Garganica con informazioni e consigli interessanti.

Collocata sull’estrema punta del Gargano, Vieste è la località di mare più amata del territorio, coi suoi 30 chilometri di litorale bagnati da un mare cristallino sui quali si alternano spiagge dorate, splendide insenature ombreggiate da pini secolari, strapiombi mozzafiato, romantici isolotti, incantevoli grotte marine, deliziose calette e baie solitarie. Ed è proprio in questo fronte marino tra Vieste e Mattinata che si specchiano le famosissime "grotte" scoperte nel 1954 dal celebre 'Francesco Sante Trimigno (più noto come 'Santinuccio') pescatore' al quale il territorio riconosce il merito di aver reso Vieste famosa in tutto il mondo. Fu infatti proprio "Santinuccio" ad incontrare nel 1958 l'ingegnere Enrico Mattei (allora Presidente dell'ENI, alla ricerca di eventuali siti petroliferi nel mare pugliese, ndr) e ad accompagnarlo in barca lungo la costa "bianco latte" facendolo stupire di tanta bellezza. Mattei, infatti, rimase estasiato soprattutto delle 30 meravigliose grotte alle quali il pescatore, fin da bambino, aveva assegnato nomi curiosi: "dei contabbandieri", "sfondata", "campana grande", "sirene", "sogni", "delle rondini", "smeralda", "dei pomodori di mare", "calda", "due occhi" etc. Finchè, lungo il tragitto marino, accortosi 'Santinuccio' dell'entusiasmo di Mattei, gli consigliò: "dottore da queste parti dovreste costruire alberghi ... altro che petrolio". Detto fatto! Il petrolio lo trovarono nello sviluppo turistico del Gargano che attrae ogni anno visitatori con numeri a sei zeri.

Oggi Francesco Sante Trimigno (foto sotto a destra insieme al fratello Francesco Paolo) ha 90 anni e continua ad essere "il Caronte del Gargano" come simpaticamente è conosciuto, sia dai suoi conterranei che dalle tante migliaia di turisti che ha traghettato e ancora fa da guida, in questo paradisiaco specchio di mare che offre scenari incantevoli e le famose grotte della costa viestana. (foto mappa sotto a sinistra)

E oggi Vieste rappresenta una delle principali destinazioni turistiche di tutto il Sud Italia, prescelta sia dai giovani che dalle famiglie per il suo splendido mare e per il suggestivo centro storico, cuore pulsante della città che si anima ad ogni ora del giorno e della notte, tra viuzze, saliscendi, piccole botteghe e negozi. Superbi ed imponenti spiccano la Cattedrale e il Castello eretto da Federico II nel tentativo di fortificare il paese dopo che fu raso al suolo dai veneziani. Tra le attrazioni del territorio spiccano anche i "trabucchi" antichi capanni da pesca oggi spesso riconvertiti in suggestivi ristorantini, le torri costiere, la Marina Piccola, con le sue candide casette scavate nella roccia, nonchè "Pizzomunno", imponente monolite in pietra calcarea divenuto il simbolo stesso della cittadina garganica. E proprio all'inizio del paese provenendo da Mattinata si erge il "monolito" più famoso d'Italia e degno emblema di Vieste. "Pizzomunno" è alto più di venti metri ed è frutto dell’erosione del vento e del mare. Amatissimo, è il simbolo di Vieste nel mondo intero, insieme alla sua leggenda popolare. Si narra, infatti, che “Pizzomuno” sia un giovane pescatore tramutato in roccia da sirene gelose del suo amore per la dolce fanciulla Cristalda. La leggenda però consente che ogni cento anni, in una notte di luna piena, il monolito si ritrasformi consentendo a “Pizzomuno” di tornare ad amare la sua Cristalda fino all’alba ... quando tutto ritorna come sempre, aspettando altri cento anni.

Una poliedricità di combinazioni, poi, consentono a viaggiatori e turisti di godere il territorio in completo relax, attraverso ottimi hotel, ristoranti e pizzerie di vera soddisfazione culinaria, nonchè negozi e botteghe che da Aprile a Ottobre accolgono milioni di estimatori pronti a tornare in questi luoghi anno dopo anno. Per i soggiorni, sono interessanti sia le molte proposte immobiliari per chi ha precise esigenze familiari nel cercare una abitazione per la lunga estate di Vieste, che per chi cerca la comodità alberghiera. Tra i molti, consigliatissimi sono Pizzomunno Palace Hotel, 5 stelle sul lungomare a poca distanza dal centro cittadino e Hotel degli Aranci, un 4 stelle con ottimi servizi. Le famiglie, e non solo, troveranno invece relax e refrigerio presso il Lido Cristalda Beach a pochi passi dallo scenografico Porto turistico nel centro di Vieste. (Indicazioni indipendenti non pubblicitarie - free non-advertising review).


Situata in splendida posizione panoramica su una rupe a picco sul mare, Peschici sorprende con il dedalo di viuzze del borgo antico, l’intenso profumo dell’entroterra e la suggestiva atmosfera dell’incantevole litorale. Il centro storico è ricco di scorci di grande suggestione, con le sue botteghe artigiane, i locali in cui gustare i piatti tipici della tradizione pugliese, il Castello Normanno, la Torre del Ponte e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Scendendo le piccole e tortuose scalette si raggiunge la celebre Baia di Peschici, rinomata per la sua meravigliosa spiaggia di sabbia bianca incorniciata da grandi scogli e punto di partenza ideale per l’esplorazione di incantevoli grotte marine, antiche torri di avvistamento, baie, trabucchi e intime cale. La costa nelle immediate vicinanze di Peschici ci consegna infatti immagini davvero suggestive: come la baia di Calenella, le lunghe distese di Pini d’Aleppo, Monte Pucci col suo storico torrione quadrato, le altre due torri costiere di Sfinale e di Usmai. Il paese è a soli 22 km da Vieste che si percorrono mediamente in 30 minuti. Il consiglio migliore è di godersi Peschici sia di mattina che di sera, quindi vale la pena ritornarci più volte per farsi affascinare da questi luoghi antichi quanto il mondo. Consigliatissimo un "relax culinario d'eccellenza" presso il ristorante "I tre archi" nel centro storico di Peschici ... semmai anticipando uno squillo (0884 964701) e sarete accolti
con viva simpatia ... (Indicazioni indipendenti non pubblicitarie - free non-advertising review)


A seguire, in questo itinerario alla scoperta delle bellezze del promontorio garganico, che funge anche da ideale "tacco d'Italia", Rodi Garganico che sorge su una rupe a picco sul mare, conservando ancora oggi alcune torri e ricchezze archeologiche testimoni della sua antica storia di colonia greca e romana. Sono tanti i motivi che rendono Rodi Garganico una località affascinante sia in estate che negli altri mesi dell'anno: il mare limpido e le lunghe spiagge sabbiose, i ruderi del suo antico porto e del castello, i campanili di alcune chiese, come San Pietro, San Nicola e del Crocifisso. Da non tralasciare sicuramente anche una passeggiata nel caratteristico quartiere del “Vuccolo” ossia "gridare", ricco di citazioni sulle mura delle case con i loro antichi forni. Un piccolo centro storico che affascina il visitatore anche attraverso le gioviali trattorie che propongono il cibo semplice ma gustoso dei marinai: pesce azzurro, alici, polipi, cozze, seppie ma anche dolci e vino genuino. Rodi Garganico è oggi apprezzata meta balneare, dotata di accoglienti strutture ricettive e di eccellenti strutture turistiche. Non possono poi mancare le visite ai tanti "trabucchi" della zonna costiera, una costruzione lignea ingegnosa ed efficace per la pesca, che utilizzano enormi reti fatte scendre in acqua per poi essere issate col relativo pesce raccolto.


Mattinata
è una delle località più suggestive del Gargano, coi suoi splendidi gradoni coltivati a ulivi, mandorli e fichi d’India che si protendono verso il mare cristallino sul quale si specchiano le bianchissime case del centro. Impossibile resistere al fascino della sua ampia baia, con gli affascinanti ruderi dell’Abbazia della Trinità a proteggere il sottostante porto turistico, oggi uno dei più affollati dell’intera Costa Garganica. Mattinata vanta poi una delle più belle spiagge del Gargano ed un incantevole corollario di grotte, cale e spiaggette accessibili solo dal mare, come i Faraglioni di Baia delle Zagare incorniciati nel biancore della costa, la spiaggia di Vignanotica e quella di Mattinatella. Caratteristico il rione “Junno” con costruzioni "le pagghiére" in pietra calcarea risalenti al 1700 usate per ospitare famiglie con i loro animali. Uno dei vantaggi della cittadina è quello della facile raggiungibilità attraverso l'eccellente ss89 che la collega all'autostrada e alle locations sacre di San Giovanni Rotondo, Monte Sant'Angelo e la scenografica Foresta Umbra.


San Giovanni Rotondo
sorge in montagna, in corrispondenza di uno dei percorsi che conducevano alla Grotta dell’Arcangelo Michele. La sua storia è legata alle dominazioni longobarde, bizantine e normanne. Dopo una gloriosa parentesi sotto Federico II, cominciarono i periodi bui delle occupazioni angioine ed aragonesi. A riscattare la città dall’abbandono dei Governi centrali e dalla povertà diffusa, arrivò nel 1916 Padre Pio da Pietrelcina, che qui visse e operò per 52 anni, dal 28 luglio 1916 fino alla sua morte, avvenuta il 23 settembre 1968. Da quel momento San Giovanni Rotondo si accompagnerà indissolubilmente al nome di Padre Pio, che ha avuto il merito di rinnovare il messaggio di fede diffondendolo in tutto il mondo cattolico, favorendo, così, anche l’economia del paese che ruota intorno alla figura del Santo. Visitare San Giovanni Rotondo significa scoprire i luoghi densi di significati sacri ed evocativi nella zona del Convento, legati all'amatissimo Padre Cappuccino. Il percorso continua passeggiando per le vie del paese con la visita alle tante ed antiche chiese di grande valore storico. La Chiesa di San Nicola con il suo prezioso portale in rame, la Chiesa più antica del paese dedicata a Santa Caterina, la Chiesa Matrice di San Leonardo, di Sant'Orsola e della Madonna di Loreto per citarne solo alcune. Ma il paese ospita anche una eccellente struttura ospedaliera 'Casa Sollievo della Sofferenza' - voluta personalmente dal Santo e realizzata nel 1956 con i contributi dei fedeli di tutto il mondo - che oramai è un punto cruciale sanitario a livello internazionale. San Giovanni è raggiungibile facilmente dalla A14 uscita Foggia e San Severo oppure da Manfredonia e Mattinata.


Monte Sant'Angelo
insieme alla Basilica di San Michele Arcangelo rappresenta in Puglia il luogo più sacro fin dall'antichità, anche perchè riconosciuto dall'Unesco quale "Patrimonio dell'Umanità". Nel 400, infatti, proprio in questi luoghi si collocano le apparizioni dell'Arcangelo Michele all'allora Vescovo di Siponto, oggi 'San Lorenzo Maiorano'. La storia racconta che le apparizioni si verificarono in una grotta, divenuta poi un luogo di culto per pellegrini di tutto il mondo. E proprio Monte Sant'Angelo, denominato anche "sperone d'Italia", rappresenta oggi un luogo divinatorio e celebrato sia dalla cristianità che dal turismo che accorre numeroso in ogni periodo dell'anno. Il paesino di 12mila abitanti offre infatti spunti di genuinità: sia nei vicoli, nelle scale e nei tanti cortili abitati dall'antichità, che nelle degustazioni offerte dalle tante botteghe e ristorantini del luogo. Una gastronomia che sposa le antiche origini con il classico pane e pomodoro (acqua sala fredda) a base di cipolle, peperoni, capperi e olive. Ma anche il famosissimo e ricercatissimo Caciocavallo Podolico prodotto da latte di mucche allevate in queste valli. Immancabili, dopo un lauto pranzo, le dolci passeggiate per visitare il Castello di Federico II, ma anche per godere degli scorci panoramici sul territorio che offre diversi spunti d'interesse le belle chiese di Santa Maria Maggiore (in stile romanico, del sec. XI), di San Pietro (dell’VIII sec.), di S. Antonio Abate (del 1100), di San Benedetto (del 1300) delle Madonna del Carmine (in stile barocco), il misterioso Battistero di San Giovanni (più noto come Tomba di Rotari). Immancabile l’antica Abbazia di Santa Maria di Pulsano del 595 che sorge su uno spuntone roccioso, la cui strada di accesso e ubicazione non devono spaventare. Il complesso è scavato nella roccia come i tanti eremi disseminati nella profonda gola. Per arrivare a Monte Sant'Angelo bisogna uscira al casello di Foggia della A14 e proseguire per Manfredonia - Mattinata, oppure direttamente da San Giovanni Rotondo.


Il Parco Nazionale del Gargano
è uno dei luoghi piu belli d'Italia, per la varietà di paesaggi e per gli habitat naturali, oltre ad essere "Patrimonio dell'Umanità" riconosciuta dall'Unesco. Il Parco comprende 18 comuni:
Isole Tremiti, Mattinata, Peschici, Rodi Garganico (Lido del Sole), Manfredonia, Vieste, Ischitella (Foce Varano), Vico del Gargano (San Menaio), Lesina (Marina di Lesina), San Nicandro Garganico (Torre Mileto), Cagnano Varano (Capojale), Apricena, Carpino, Monte Sant’Angelo, Rignano Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Serracapriola. Al centro del promontorio, la Foresta Umbra, un sito naturalistico che nel 2022 è stato inserito nella lista delle 10 foreste più belle al Mondo (unica in Italia).

La Foresta Umbra con i suoi 10mila ettari rappresenta infatti il polmone verde del Parco e si sviluppa fino a circa 830 metri di altitudine. Una foresta millenaria che ha conservato quasi integralmente il suo manto vegetativo e molto frequentata sia da esperti che la studiano continuamente che da appassionati di fotografia naturalistica per realizzare scatti unici in questo polmone verde ricco di animali che vivono in assoluta libertà o protetti da zone recintate. Il visitatore, quindi, incrocerà spesso il Capriolo italico, il Gatto selvatico, il Cinghiale, il Tasso, la Donnola, il Ghiro, ma anche Volpi e Lupi. Per gli uccelli, Gufo reale, il Gufo comune, il Picchio, l’Allocco, il Barbagianni, la Gazza e la Beccaccia. Ricca di ben 15 sentieri per una lunghezza di 100 km, la Foresta Umbra accoglie per tutto l'anno migliaia di vacanzieri che si godono un pic nic rilassante oppure scelgono un trekking a piedi o in bici. Caratteristico è il "Laghetto d'Umbra" presso il quale si svolgono veri e propri incontri con animali che si dissetano. In Foresta troverete anche 3 punti ristoro non aperti però per tutto l'anno. Immancabile anche la "Riserva dei Daini" che allietano i bambini mangiando direttamente dalle loro mani. Non dimentichiamo, però, che questa Foresta è un ambiente protetto da rigide e ferree regole controllate dai Carabinieri Forestali. Tra queste regole una per tutte "è assolutamente e tassativamente vietato accendere fuochi" per qualsiasi motivo !!! Ma anche divieto di passarci la notte. Fortemente consigliato "non fumare". Attenzione ai pericoli che non è possibile segnalare per mancanza segnale telefonico. Non affrontate sentieri sconosciuti con rischio di perdersi. Lasciate la Foresta più pulita di come l'avete trovata !!! La strada che l'attraversa integralmente per 10 km è la sp 52bis che da Monte Sant'Angelo porta a Vieste e Peschici.


L’arcipelago delle Tremiti
è composto da cinque isole: San Domino, San Nicola, Capraia, Cretaccio, Pianosa ed è sito a 22 km dalla costa garganica e ne fanno parte intregralmente. Queste isole offrono moltissimi angoli nascosti e poco conosciuti, difficilmente visitabili in un solo giorno, ma che meritano un giro più approfondito, di almeno 2-3 giorni. San Domino è l'isola più grande e anche quella più vissuta, sia paesaggisticamente perchè tutta ricoperta da alberi "Pini d'Aleppo", oltre ad essere abitata nei mesi estivi dai tanti turisti e viaggiatori che la scelgono proprio per il relax estremo. E' poi meta delle escursioni in barca più belle tra cui quelle alla grotta del Bue Marino, la grotta delle Viole, la grotta delle Rondinelle. San Nicola, invece, oltre ad essere l'isola sul quale si trova la sede comunale e un piccolo borgo con pochi abitanti, offre apprezzate architetture della gigantesca Abbazia di Santa Maria a Mare. Una fortezza realizzata dai monaci cistercensi che nel medioevo si dovette difendere continuamente da predoni e pirati. Oggi l'abbazia, definita la "Montecassino del mare" raccoglie tantissimi visitatori che restano estasiati dai resti in continuo restauro nonchè dai panorami paradisiaci che si possono ammirare. Molto caratteristica la ripidissima stradina che sale dal mare fino al piccolo ma colorito borgo, che ospita il Comune ma anche botteghe e ristorantini. Le altre tre isolette: Capraia, Cretaccio e Pianosa, sono poco più di una grande scogliera, non hanno abitazioni e non sono mete turistiche se non per esperti sub che con lo snorkeling apprezzano i fondali ricchissimi di flora e fauna marina.

Le Isole Tremiti sono anche sinonimo di romanticismo e panorami mozzafiato: un’alternativa interessante per chi viaggia in coppia potrebbe essere quella di noleggiare un gommone o un altro tipo d’imbarcazione, esplorando l’isola e i suoi scenari suggestivi. Tra le spiagge più belle: Cala Zio Cesare (San Domino), Cala del Faro (San Domino), Cala Matano (San Domino), Grotta del bue marino (San Domino), Cala delle arene (San Domino), Cala dello Spido (San Domino), Spiaggia di Marinella (San Nicola), Cala del Cretaccio (Cretaccio), Cala del Diavolo (Cretaccio), Cala di Sorrentino (Capraia). Viaggiatori e turisti apprezzano anche il "Villaggio rurale", un borgo antico nella pineta di San Domino con casette coloniali. La cappella del Romito, antichissima, nella pineta di San Domino. Il faro di san Domino, con il suo scenario mozzafiato. La statua di Padre Pio a 14 metri di profondità sull’isola di Capraia. La gastronomia sempre povera offre: Ciambotta del pescatore, Maccheroni con ragù di capra, Polpette di pane al pomodoro, Zuppa di verdure “pesce fe’jute”, Polpette di meduse e Frittata di alici. Alloggi su San Nicola: B&B e appartamenti. Su San Domino si trovano Camping e Villaggi. Alle Tremiti ci si arriva via mare da Termoli (il solo garantito tutto l'anno) e Rodi in 1 ora, mentre da Peschici e Vieste il trgahetto impiega 2 ore e mezza. Il servizio aereo è garantito con elicottero da Foggia in 20 minuti al costo di 30 euro a tratta per adulto in bassa stagione e 60 euro in alta stagione.


La cucina garganica
mixa sapori e gusti delle sue caratteristiche geografiche "il mare e la montagna" esaltandone i prodotti attraverso ricette antiche, spesso tramandate dai nonni dei nonni ... Dal mare arriva "che più fresco non si può" pesce e frutti di mare che allietano piatti della tradizione marinara, mentre dalle fertili campagne e foreste dell'interno giungono funghi, ortaggi, verdure, carni, frutta, eccellente olio e ottimi vini, tutti a km 0. Proprio per questo in tutte le locations del reportage, ma soprattutto a Vieste (nostro hub del Gargano), abbiamo ottenuto sempre preziosi consigli che si sono rivelati gustosamente squisiti.




Quando visitare il Gargano?
Tutte le stagioni sono buone per una vacanza, una gita oppure un semplice weekend tra le meraviglie del promontorio. La primavera già da aprile dona spesso giornate e settimane calde e assolate, tanto da fare anticipare spesso le vacanze di tantissimi italiani che affollano così piacevolmente il Gargano. Occasioni d'oro anche per i numerosi "mordi e fuggi" che dedicano a questi luoghi i loro weekend. In estate, invece, il territorio è spesso soldout e quindi è bene anticipare più possibile scelte e prenotazioni. In autunno, sempre con clima mite fino ad ottobre, il foliage regala paesaggi da incanto a tutti quelli che si recano in foresta, mentre a quelli che ancora affollano spiagge e città, mare e sole donano ancora infinito relax. A volte anche l'inverno può essere l'occasione per gustarsi il territorio ... semmai seduti in bella compagnia nelle tante trattorie e ristorantini tipici.


I ringraziamenti per aver favorito il reportage attraverso preziose informazioni, consigli e la sempre gradita ospitalità:
Uffici del turismo dei paesi garganici - Mrs. Antonella Vescia di Agrifoglio Tour (Peschici)
Hotel degli Aranci (Vieste) - Lido Cristalda Beach (Vieste): Mrs. Maddalena Trimigno

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Giorgio Esposito

Viaggi e Turismo - Puglia. Le Gravine, vero tesoro a cielo aperto: Ginosa, la Matera
di Puglia. La cittadina ospita uno dei tratti più belli della "gravina abitata"


Ginosa nasce nella grotta del Vallone dell’Arciprete, in contrada Pescarella, nel Paleolitico. Nei secoli successivi è stato un susseguirsi di villaggi rurali e di città fortificate di Peuceti, Greci e Romani. Con la caduta dell’Impero Romano la gente si spostò progressivamente nelle grotte dove nacquero i villaggi rupestri del Rione Rivolta e Casale. Con la fine del Medioevo la gente abbandonò progressivamente la gravina per spostarsi sulla collina.

La cittadina della proncia di Taranro, si presenta agli occhi dei viaggiatori come un borgo medievale che nel tempo si è evoluto pur mantenendo la sua vera identità. Il primo quartiere della Ginosa moderna fu la piazza che si estende da Largo Cortina al Corso. In quegli anni Ginosa cresceva economicamente, fiorivano l’agricoltura e le attività artigianali e con essi si formava la nuova classe sociale. Il 1857 fu uno degli anni più difficili di Ginosa, a distanza di pochi mesi si verificarono tre avvenimenti: l’alluvione dell’11 Gennaio, dopo molti giorni di piogge insistenti, venne giù il Rione Casale, dove ci furono anche dei morti; la notte del 1 Marzo un incendio colpì la Parrocchia, oggi Santi Medici; il 6 Dicembre un terremoto colpì la Basilicata e la Puglia , tra cui anche Ginosa e con essa il Rione Casale.

Oggi la cittadina rappresenta l'ultimo baluardo pugliese prima di incontrare la Basilicata con la splendida Matera a non molti chilometri. Ed è proprio alla città lucana rupestre per eccellenza che Ginosa somiglia con la sua spettacolare Gravina abitata già 60mila anni fa, e che spesso ha ospitato set cinematografici rendendola così nota in tutto il mondo. Una realtà architettonica che da anni è in grave pericolo per alcuni episodi climatici che hanno minato seriamente le bellezze naturalistiche dei luoghi definiti da molti come "la nuova Gerusalemme".

Nella sua indole medievale, sotto il profilo storico - architettonico, il principale monumento di Ginosa è rappresentato dal Castello normanno, fatto costruire nel 1080 da Roberto il Guiscardo per difendersi dalle incursioni saracene. Il castello di Ginosa originariamente era munito di tre torri merlate e di un ponte levatoio, elementi architettonici che furono demoliti nel XVI secolo, quando il comune ionico divenne baronia della potente famiglia Doria. Così il Castello acquisì l'aspetto di un grande palazzo che ancora oggi si erge poderoso a dominio di tutto l'antico abitato. Ed è proprio il Castello normanno che compare nello stemma araldico del comune. Sicuramente varrebbe la pena poter effettuare una escursione nei suoi interni.

Ma il territorio ospita anche una Ginosa Marina amata ed apprezzata location balneare che raccoglie consensi sia degli abitanti del locale territorio, sia dai turisti che giungono da ogni parte d'Italia per godere delle splendide rive del Mar Jonio. Marina di Ginosa - così come Ginosa - si trova sulla Statale Jonica ed è facilmente raggiungibile in auto dalla Calabria e attraverso la SS Basentana dalla Campania. In treno ed aereo, conviene raggiungere Taranto e poi Bari per collegamenti con tutta Italia.

La Chiesa Madre, posta al termine di Via Matrice, immersa nello scenario rupestre, è il simbolo della secolare devozione dei ginosini per la Vergine del Rosario, eletta patrona del paese nel 1765. Costruita nel 1554 su indicazione di un Presidio militare francese, fu inizialmente dedicata ad uno dei santi più celebri e popolari della Francia: San Martino da Tours. All'interno, uno splendido organo ed un pulpito di rara fattura, fanno da contorno alle rappresentazioni pittoriche della "Madonna incinta", "partoriente", e che "allatta il bambinello". A svolgere il ruolo di guida nonchè "angelo custode della Chiesa Madre e del centro storico" per diletto e passione, Carmelo De Biasi 76 anni, che accoglie i turisti con la gioia negli occhi e la serenità nelle parole con le quali illustra la storia passata e recente degli amati luoghi.

La gastronomia di Ginosa e del suo territorio è tipica della cucina pugliese con grosse inflessioni lucane. A fare da padrona sono le "masserie", ovvero grandi costruzioni al centro di un'area produttiva che coltiva e alleva quasi sempre tutto in famiglia. Nel territorio sono più di cento le "masserie aziende agricole" che a vario titolo offrono esclusivamente prodotti locali. Tra queste, ne abbiamo recensito una storica che ha fatto breccia nei palati di tantissimi estimatori sparsi in ogni luogo del pianeta.

L’azienda agrituristica “Tocchi di Puglia” - a pochissima distanza da Ginosa e Ginosa Marina e dalle rinomate Metaponto, Matera e Taranto - nasce nel 2004 mettendo a frutto la ultra centenaria esperienza degli avi, che in questo territorio hanno da sempre coltivato e prodotto in proprio le materie prime agricole e pastorizie. Regista dell’azienda, la cordialissima Michelina che insieme al marito Enzo ed il figlio Giuseppe (tecnici in agraria), in questi anni hanno raccolto plauso e successi aziendali giunti da manifestazioni in tutta Italia. Un successo dettato anche dalla “naturalezza a metri 0” dei loro prodotti agricoli che trasformano rendendoli fruibili in tutto il mondo. Un caloroso audience che li ha convinti a realizzare un “Bio agriturismo” per accogliere i loro estimatori provenienti da tutto il mondo. All’interno della piacevole struttura si trovano comodissime sistemazioni B&B con piscina immersa nei verdi prati, masseria didattica e piacevoli degustazioni, il tutto mixato da un ambiente gioviale ed una vita sana all'aria aperta. www.tocchidipuglia.it (Italia News Press Agency: free review - recensione indipendente)

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Viaggi e Turismo - Puglia. Le Gravine pugliesi, vero tesoro a cielo aperto: La scenografica Castellaneta. I colori e le splendide spiagge della città natale di Rodolfo Valentino si sposano ai sapori genuini del territorio

Le Gravine pugliesi, vero tesoro a cielo aperto. La scenografica Castellaneta. I colori e le splendide spiagge della città natale di Rodolfo Valentino si sposano ai sapori genuini del territorio. Circondata da un’oasi protetta, Castellaneta è immersa nella spettacolare gravina sulla quale si affaccia il suo splendido borgo. La sobria cittadina a pochi chilometri sia da Taranto che da Matera, possiede un centro storico colmo di strette stradine quasi tutte confluenti verso la meravigliosa Cattedrale e al Palazzo Vescovile. Ma Castellaneta è soprattutto “casa natale e museo” dell’amatissimo Rodolfo Valentino che negli anni ‘20 divenne il principe del cinema muto italiano e mondiale. Piacevolissima anche la Marina che posta sulle azzurre acque dello Jonio, attira migliaia di turisti amanti della tintarella in un ambiente frizzante da vivere in estate e non solo. Il tutto può essere mixato anche da una "full immersion" nei sapori genuini della cucina locale.

Di Castellaneta “borgo rifugio” dai pirati saraceni, se ne parla nei testi storici sin dall’anno ‘800 che è preso come riferimento per la sua fondazione. Ma la storia racconta anche che fu poi posseduta dai Bizantini per tornare ai Normanni nel 1060. Restano importanti le presenze in epoca contemporanea anche di Francesi e Spagnoli che lottarono a lungo per la conquista delle attuali terre.

Ma il territorio svela la sua magnificenza soprattutto attraverso la “Gravina Grande” che resta una delle più straordinarie della Puglia, ci racconta Angelo Coppola prezioso accompagnatore in questo itinerario cittadino. Lunga decine di chilometri, arriva a 145 metri di profondità e 300 di larghezza. Sul fondo scorre un perpetuo fiumiciattolo che alimenta la ricchissima vegetazione e una straordinaria Fauna. Imperdibile, l’affaccio in centro paese sulla Gravina che consente una spettacolare visione del borgo antico arroccato sugli strapiombi. Le principali gravine che si possono ammirare: la Gravina di Castellaneta, o Gravina Grande; la Gravina del Porto; la Gravina di Coriglione; la Gravina di Santo Stefano; le Gravine di Montecamplo che sorgono vicino al colle omonimo. Per eventuali tour del territorio si può contattare l’Associazione “Amici delle Gravine” di Castellaneta.

Il centro storico è costellato di edifici di pregio: la Cattedrale, chiesa di San Nicola, Palazzo Vescovile oggi sede del vescovado e il Palazzo Baronale. Tra le altre architetture di pregio troviamo il Palazzo Catalano e il Palazzo Sarapo. Altro “faro” della ridente Castellaneta è rappresentato dai natali concessi a Rodolfo Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi, in arte “Rodolfo Valentino” che qui nacque il 6 maggio 1895. Rodolfo frequentò le classi elementari a Castellaneta per poi continuare gli studi a Taranto e successivamente a Perugia e Genova. A 17 anni si trasferì prima a Parigi e poi in America, dove abbraccio l’arte Teatrale prima ed il Cinema dopo grazie anche al suo “magnetico fascino” che ammaliava. E proprio la cittadina natale gli ha dedicato un Museo - sito nell’ex convento delle Clarisse - che abbraccia tutta la sua vita di artista e famoso “latin lover” conosciuto e amatissimo in tutto il mondo, ed una Statua posta all’ingresso del paese meta di foto e selfie scattati dalle tante migliaia di turisti che soprattutto d’estate apprezzano il variegato territorio.

Impossibile poi non citare le numerose tracce della civiltà rupestre, cultura insediativa e costruttiva che fin dalle epoche preistoriche sfruttò, a scopi abitativi e cultuali, le naturali cavità della roccia tufacea, formatesi soprattutto lungo i margini di lame e gravine abbondanti in questo territorio carsico. Lame e gravine costituiscono, dunque, oltre che importanti e variegati ecosistemi, la culla di una civiltà che seppe fare degli anfratti rocciosi case, ambienti di lavoro e di culto. L'habitat rupestre ebbe il periodo di massima espansione a partire dalla fine del secolo IX, nel quadro della seconda colonizzazione bizantina e dell'intenso diffondersi del monachesimo italo-greco.

Castellaneta ha poi un'importante frazione “Castellaneta Marina” locata a valle della cittadina lungo il litorale jonico che in questo contesto si estende per 10 km e sul quale sono disseminati rinomati villaggi turistici nonché prestigiosi campi da golf. Il tutto arricchito da discoteche, centri commerciali, parchi divertimenti, hotels e ristoranti che la rendono meta ideale per le vacanze estive anche alla luce dell’onnipresente “bandiera blu” che certifica i migliori contesti turistici italiani. Al centro della pineta formata da monumentali 'Pini d'Aleppo' di 'Bosco Pineto', rappresenta una meta turistica molto richiesta, grazie al mare cristallino, alle spiagge di sabbia fine e alle dune che le circondano, avvolgendole e proteggendole

I sapori della gastronomia del territorio di Castellaneta sono quelli tipici della cucina pugliese che offre nella sua semplicità un'armonia ineguagliabile di sapori che trovano sbocco soprattutto nelle "masserie", ovvero grandi costruzioni al centro di un'area produttiva che coltiva e alleva quasi sempre tutto in famiglia. Nel territorio sono più di cento le "masserie aziende agricole" che a vario titolo offrono esclusivamente prodotti locali. Tra queste, ne abbiamo recensito una storica che ha fatto breccia nei palati di tantissimi estimatori sparsi in ogni luogo del pianeta. Provare per credere !!!

L’azienda agrituristica “Tocchi di Puglia” - a pochissima distanza da Castellaneta Marina e dalle rinomate Metaponto, Matera e Taranto - nasce nel 2004, anche se è dal 1970 che si mette a frutto la più che centenaria esperienza degli avi di ben quattro generazioni, che in questo territorio hanno da sempre coltivato e prodotto in proprio le materie prime agricole e pastorizie. Regista dell’azienda, la cordialissima Michelina che insieme al marito Enzo ed il figlio Giuseppe (tecnici in agraria), in questi anni hanno raccolto plauso e successi aziendali giunti da manifestazioni in tutta Italia. All'interno, il pregevole "laboratorio di trasformazione" dei soli prodotti bio coltivati in azienda, lavorati a mano e senza aggiuntivi: confetture, creme vegetali, sott'oli e purea di fave e cicorie e fave.

Un successo dettato anche dalla “naturalezza a metri 0” dei loro prodotti agricoli che trasformano rendendoli fruibili in tutto il mondo. Un caloroso audience che li ha convinti a realizzare un “Bio agriturismo” per accogliere i loro estimatori provenienti da tutto il mondo. All’interno della piacevole struttura si trovano comodissime sistemazioni B&B con piscina immersa nei verdi prati, masseria didattica e piacevoli degustazioni, il tutto mixato da un ambiente gioviale ed una vita sana all'aria aperta. www.tocchidipuglia.it

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La regina dello Ionio, tra cultura, storicità e relax per tutti
Gallipoli è la nuova meta italiana “trend” per giovani e famiglie

GALLIPOLI (Italy) - Affacciata sul mar Ionio, è divisa tra città e il caratteristico centro storico. Il borgo antico di Gallipoli è circondato da mura di difesa costruite per opporsi ai tanti conquistatori che nel tempo hanno cercato di dominarla. Il centro antico, infatti, è una sorta di isola legata alla city attraverso un ponte. Da visitare il “Castello Angioino” e la “Cattedrale”. Per gli amanti del "relax mare" la splendida “Spiaggia della Purità” che si raggiunge attraverso le viuzze oppure percorrendo “La Riviera”, la panoramica strada circolare che percorre le mura di cinta in tutta la loro lunghezza.


Gallipoli è una cittadina costiera che fa parte della provincia di Lecce da cui dista 40 km e in Puglia è nota come “Perla dello Ionio”. La cittadina si trova lungo la costa occidentale della penisola salentina, ed è divisa in due parti: il Borgo ovvero la città nuova, ed il Centro Storico. Il nome della città ha origini greche, Kallipolis che tradotto significa “città bella” e la si riconosce per la suggestiva Fortezza del Seicento. A Gallipoli, a farla da padrone è il pittoresco porto di pescatori visitatissimo da turisti e residenti. La città nuova, invece, propone una ricca area commerciale che si posiziona nella parte “continentale” del territorio. La strada principale, offre negozi ideali per lo shopping e numerosi bar e gelaterie.

La città vecchia, invece, è il vero punto d'attrazione per chiunque si avventuri in questi luoghi. Il centro storico è situato su un'isola collegata alla terraferma da un ponte. Il Borgo antico a forma di isola possiede una lunga storia costruita anche su alcune leggende. L’insediamento messapico nel 265 diventò colonia romana. Distrutta dai vandali e dai goti, la città venne ricostruita dai bizantini e successivamente fu proprietà dei Papi romani. Addentrandosi nel caratteristico intreccio di vicoli, si incontra la Cattedrale di Sant’Agata in puro stile barocco salentino. Proseguendo e a due passi dal mare sono collocati gli altri tre suoi gioielli: la seicentesca chiesa di Santa Maria della Purità e San Francesco d’Assisi e la fontana greca risalente al 16esimo secolo.

Gallipoli è nota anche per i suoi due litorali. La riviera a sud collega Gallipoli a Santa Maria di Leuca con rinomate località marine quali Torre San Giovanni, Torre Mozza e Pescoluse, mentre percorrendo la litoranea nord sino a Porto Cesareo, si giunge alle famosissime Santa Maria al Bagno e Santa Caterina. Il miglior periodo per visitare o fare una vacanza sulla costa Gallipolina resta giugno e settembre mentre, a luglio e agosto tutte le località sono prese d’assalto da turisti provenienti da tutto il mondo. (Giorgio Esposito) (Fonti: Comune di Gallipoli)


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Polignano sospesa tra mare e cielo con un borgo tra i più affascinanti d'Italia
La patria di Domenico Modugno è denominata anche "perla dell'adriatico"

POLIGNANO A MARE (Italy) - Polignano è una splendida località nella provincia di Bari, che si affaccia sul mar Adriatico. Nel corso dei secoli è stata abitata dai Corinzi ed Attici, Bizantini, Normanni e Aragonesi del Regno di Napoli. Da vedere il suggestivo Borgo Antico il cui ingresso avviene passando sotto l'incantevole Arco Marchesale che conduce alla Piazza dell'Orologio, il cuore del centro storico e alle famose Balconate che offrono un panorama mozzafiato del Mar Adriatico. Molto affascinante anche l'intera Costa completamente alta e rocciosa, che comprende diverse baie e Grotte Naturali visitabili in barca. Polignano a Mare costituisce una vera e propria attrazione turistica ed è la meta ideale per una Vacanza unica immergendosi nella Natura ancora incontaminata in un posto ricco di fascino e storia. Negli ultimi cinque anni questa importante località è stata premianta con la Bandiera Blù di Lega ambiente per la pulizia del proprio Mare e per la qualità dei servizi turistici.


Polignano è considerata "perla dell'Adriatico”, per il mix tra il mare cristallino e le scogliere del borgo antico che si immergono a strapiombo. Dal 2008 al 2016 è stata insignita della Bandiera Blu, un riconoscimento conferito alle località turistiche balneari che rispettano determinati requisiti nella gestione sostenibile del territorio. Proprio per questo motivo, uno dei primi posti da visitare sono le sue grotte marine che si aprono nella falesia. Alcune tra le più belle grotte da visitare sono: la grotta delle rondinelle, la grotta azzurra e la grotta dell'arcivescovado.

Il suo centro storico è all’interno di alte mura di cinta e rocce a strapiombo sulle acque marine. Al Borgo antico si accede attraverso “L'arco marchesale” che spunta nella piazza dell'Orologio, per la sua antica meridiana. La piazza è contornata dalla chiesa Matrice, il palazzo del Governatore e i depositi di grano ed olio, fondamentali in passato per l'economia cittadina. Su di essa si affaccia la Chiesa S. Maria Assunta, risalente al 1295, già cattedrale sino al 1818.

Ma il vero "must" dell'offerta paesaggistica proviene dalle vedute mozzafiato che Polignano offre ai suoi milioni di visitatori ed estimatori. Dalla piazza, infatti, si diramano tante piccole stradine che conducono in uno dei più affascinanti panorami che la costa pugliese possa offrire. Le balconate prosperano sull'incantevole mare a più di 20 metri di altezza sulle circa quaranta grotte marine veri pilastri della città. Visitabili dal mare sono la "grotta Ardito", la "grotta Azzurra", "delle Monache", "delle Colonne", "dei Colombi", la "grotta delle rondinelle" e la più famosa “Grotta Palazzese”. Eccezionale è anche il Ponte della Via Traiana costruito dai romani sotto al quale si trova la più bella spiaggia cittadina “Grottone” e dalla quale si ammira il sovrastante e bellissimo borgo antico.

Sono 6 le spiagge più belle di Polignano: Cala Paura, Ponte dei Lapilli, San Giovanni, San Vito, Torre Incina e Grottone il cui accesso è dal lungomare Domenico Modugno, dove è situata la statua del cantante nato proprio in questa splendido scenario. (Giorgio Esposito) (Fonti: Comune di Polignano)


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Castelli e Grotte pugliesi. Un itinerario turistico-culturale che abbraccia Castel del Monte e Castellana
I gioielli architettonici e naturalistici sono siti nel Parco della Murgia barese, e nella Valle d'Itria

ANDRIA (Italy) - La Puglia è sempre stata terra di conquiste e dominazioni costellata, quindi, da castelli e torri di avvistamento realizzate da Romani, Saraceni, Arabi, Normanni, Svevi ... Tra questi, il più noto resta Castel del Monte, una fortezza del XIII secolo fatta costruire da Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Sicilia, sulla sommità di una collina a 540 metri s.l.m nell'altopiano delle Murge occidentali in Puglia. Posto a 18 km dalla città di Andria, nel cuore della Murgia, Castel del Monte è universalmente noto per la sua peculiare forma ottagonale. Nel 1996, il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO lo ha inserito nella World Heritage List.

Sugli spigoli del nucleo principale di forma ottagonale, impostato direttamente su un banco roccioso affiorante, si innestano otto torri in pietra calcarea locale. Il cortile, anch'esso di forma ottagonale, è caratterizzato, come tutto l’edificio, dal contrasto cromatico ottenuto grazie all'uso di breccia corallina, pietra calcarea e marmi. Un tempo erano presenti anche ricchi arredi scultorei, dei quali ad oggi restano solo una lastra raffigurante il Corteo dei cavalieri e un frammento di figura antropomorfa. Nelle sedici sale di forma trapezoidale, otto per ciascun piano, sono caratteristiche le chiavi di volta delle crociere, ognuna decorata da elementi antropomorfi, zoomorfi e fitomorfi. Alcune torri accolgono cisterne per la raccolta delle acque piovane, in parte convogliate anche verso la cisterna al di sotto del cortile centrale. In altre, invece, sono ubicati i bagni, dotati di latrina e lavabo. Il corredo scultoreo, sebbene fortemente depauperato, restituisce una significativa testimonianza dell’originario apparato decorativo. Scrittori e storici locali, tra la fine del ‘700 e i primi secolo successivo descrivono un ricco apparato decorativo caratterizzato da tessere musive, piastrelle maiolicate, paste vitree e dipinti murali. Ad oggi, sono ancora presenti le due mensole antropomorfe nella Torre del falconiere, i telamoni che sostengono la volta ad ombrello di una delle torri scalari e un frammento del mosaico pavimentale nell'ottava sala al piano terra. A lungo si è discusso sulla sua destinazione d’uso dell'edificio: il termine castrum, infatti, rimanda direttamente a una funzione difensiva, ma la presenza di alcune strutture “accessorie” e la ricercatezza del repertorio scultoreo hanno fatto ipotizzare anche una realtà residenziale e di rappresentanza. Se oggi la struttura appare periferica, all'epoca della sua costruzione sorgeva poco lontano dall'asse che collegava i due importanti insediamenti di Andria e del Garagnone, presso Gravina. Proprio la sua posizione ha reso il castello un elemento essenziale nel sistema di comunicazione all'interno della rete voluta da Federico II. (Giorgio Esposito) (Fonti: Apulia turismo)

Info visite: dal 1 ottobre 2020 lunedì - domenica visite di 45 minuti in gruppo di 28 persone con inizio ogni ora dalle 9.00 alle ore 17.45 con ultimo ingresso consentito alle ore 17.00. Prenotazioni https://buy.novaapulia.it/ingresso-castel-del-monte.htm - Nova Apulia: 388 3026000 / casteldelmonte@novaapulia.it - Castel del Monte: 327 9805551 / drm-pug.casteldelmonte@beniculturali.it

 


CASTELLANA GROTTE (Italy)
- Al centro della Puglia, nel cuore della Valle d’Itria con i suoi trulli e i suoi caratteristici borghi e a pochi chilometri dal mare, le Grotte di Castellana sono lo straordinario esempio di una regione che affascina e accoglie. Tra gli attrattori turistici più importanti della regione, le caverne, i corridoi, gli abissi e i canyon, le stalattiti, le stalagmiti e le concrezioni dai nomi singolari e dalle forme e colori sorprendenti delle Grotte di Castellana offrono uno scenario in grado di meravigliare la vista con spazi e prospettive unici. Un mondo sotterraneo formatosi 90 milioni di anni fa, rivelato all’uomo nel 1938, capace ad ogni visita di svelare nuove sensazioni ed emozioni senza tempo.


Le Grotte di Castellana - la cui scoperta risale al 23 gennaio 1938 ad opera dello speleologo Franco Anelli - sono ubicate nel Comune di Castellana Grotte (Ba), a circa 1,5 km dall’abitato. Si sviluppano per una lunghezza di 3348 metri e raggiungono una profondità massima di 122 metri dalla superficie. La temperatura degli ambienti interni si aggira attorno ai 16,5°C. Situate alle porte della Valle d’Itria, a pochi chilometri da borghi incantevoli come Alberobello, Cisternino, Polignano a Mare, le Grotte di Castellana si aprono nelle Murge sud orientali – a 330 m s.l.m. – sull’altopiano calcareo formatosi nel Cretaceo superiore, circa novanta-cento milioni di anni fa. La bellezza delle Grotte di Castellana richiama visitatori da tutto il mondo, e dal giorno della loro apertura al pubblico, più di 17 milioni di persone hanno percorso le sue vie sotterranee. La visita alle Grotte si snoda lungo un percorso di 3 Km: una straordinaria escursione guidata in uno scenario stupefacente, dove caverne dai nomi fantastici, canyon, profondi abissi, fossili, stalattiti, stalagmiti, concrezioni dalle forme incredibili e dai colori sorprendenti sollecitano la fantasia di bambini e adultiIl percorso di sviluppa ad una profondità media di 70 metri secondo due itinerari: il primo della lunghezza di 1 chilometro e della durata di 50 minuti, l’altro della lunghezza di 3 chilometri e della durata di quasi 2 ore. La temperatura degli ambienti sotterranei, costante tutto l’anno, è di circa 18 °C, mentre il tasso di umidità è superiore al 90%. La Grave, prima e più vasta caverna del sistema sotterraneo, è l’unico ambiente naturalmente collegato con l’esterno: 100 metri di lunghezza, per 50 di larghezza, per 60 di profondità. Il tratto delle Grotte accessibile al pubblico è costituito da ambienti molto vari per forma e dimensioni. Stalattiti, stalagmiti, cortine, colonne, preziosi cristalli occhieggiano ovunque. I nomi di ambienti attraversati sono frutto della fantasia dei primi esploratori: la Lupa, i Monumenti, la Civetta, la Madonnina, l’Altare, il Precipizio, il Corridoio del deserto, la Colonna rovesciata, il Corridoio Rosso, la Cupola. Infine, l’ultima e più bella caverna del sistema sotterraneo, 'Grotta Bianca', definita per la ricchezza e il biancore dell’alabastro, la più splendente del mondo. (Giorgio Esposito) (Fonti: Grotte di Castellana ufficio stampa)

Info:
segreteria@grottedicastellana.it - Telefono +39 080 4998221.


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Otranto, "la città dei Martiri" è il vero gioiello del Salento e ponte ideale fra Occidente ed Oriente
La fortunata natura salentina offre spazi incontaminati e spiagge immacolate

OTRANTO (Italy) - Otranto è una stupenda cittadina della provincia di Lecce situata sulla costa adriatica della penisola salentina ed è il comune più orientale d’Italia. La città oltre a essere rinomata come località turistica balneare, custodisce un patrimonio storico, culturale e religioso molto ricco di testimonianze e attrattive turistiche. Il suo storico litorale marino attrae turisti da tutto il mondo grazie a 10 km di spiagge e scogliere, recentemente scelte anche dalla “jet society” per una vacanza all’insegna del relax. In città, la cattedrale ospita grandi mosaici risalenti al XII secolo ed un Castello Aragonese vero vanto della Puglia. Il clima è piuttosto mite durante l'anno con precipitazioni e venti concentrati soprattutto in autunno ed inverno.

Otranto, detta anche "la città dei Martiri" è il vero gioiello del Salento, un ponte fra Occidente ed Oriente, un territorio pieno di spiagge caraibiche, un luogo ricco di storia, arte, cultura. Passeggiare tra le strade di Otranto è un’emozione che raramente si dimentica. I vicoletti, i monumenti e la bellezza antica del centro storico, le conferiscono un fascino ineguagliabile, capace di rapire lo sguardo e il cuore di ogni visitatore. Il centro storico accoglie turisti da tutto il mondo che amano perdersi nelle ricchezze storiche che offre: la Cattedrale cone le ricchezze storiche interne, il Castello aragonese, la cinta muraria... Il clima è piuttosto mite durante l'anno con precipitazioni e venti concentrati soprattutto in autunno ed inverno.

Ma Otranto è famosa anche per le spiagge immacolate tra queste ricordiamo soprattutto la Spiaggia degli Alimini bordata da dune incontaminate, tra i profumi tipici della macchia mediterranea e sabbia immacolata. La Baia dei Turchi, una suggestiva lingua di sabbia bianca costeggiata da ricca vegetazione mediterranea e Porto Badisco, un’insenatura da sogno dove approdò, secondo la leggenda, Enea durante la sua fuga da Troia.

Otranto ha uno dei borghi più belli d’Italia e, accedendo al centro storico tramite la “Porta Terra” con la “Torre Alfonsina”, si percorre Corso Garibaldi che rappresenta la stradina commerciale del paese con innumerevoli e piacevolissimi negozietti, aperti fino a notte. Il Corso principale termina in Piazza del Popolo dove si trova la "Torre dell'orologio" con lo stemma cittadino. L’edificio religioso più importante è la Cattedrale con il suo mix di stili differenti: paleocristiano, bizantino e romanico. L'elemento che, però, più di tutti rende speciale la cattedrale di Otranto è lo splendido mosaico che fa da pavimento alla chiesa, nonché la raccolta in vitro “delle ossa” dei martiri di Otranto, unitamente alla spettacolare Cripta posta sotto la Cattedrale. Altra perla della cittadina è rappresentata dal Castello Aragonese realizzato dagli spagnoli, che ne fecero un vero e proprio capolavoro di architettura militare.

Un altro gioiello scenografico è dato dalla spettacolare veduta del porto interno percorrendo le mura di cinta cittadine (via Bastione dei Pelasgi). Un panorama sulle acque azzurre che la circondano e che ne fanno la cornice ideale per una città da sempre tra le più amate al mondo. L’itinerario, poi, si completa con una passeggiata sul lungomare cittadino per gustare “gelati e pasticciotti” oppure prendere il sole sulla bianchissima spiaggia frequentata da turisti e cittadini di Otranto.

Una delle principali attrattive della città dei martiri è l’impareggiabile mare e gli splendidi scenari naturali. Verso nord, troviamo siti balneari con una natura fantastica: la Baia dei Turchi, con spiaggia caraibica ed il mare limpido. I Laghi Alimini, due splendidi bacini (uno di acqua dolce e l’altro salato), circondati da una fantastica macchia mediterranea da una bianchissima sabbia. Oppure Torre Sant’Andrea e Torre dell’Orso, dove la costa si frastaglia con dei notevoli faraglioni. A sud, invece, troviamo Porto Badisco con le sue insenature da favola marina. (Giorgio Esposito) (Fonti: Comune di Otranto)


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Puglia, un viaggio tra natura, cultura e gastronomia: Ostuni, la "città bianca"
si svela in tutta la sua meravigliosa naturalezza
A pochi chilometri da Brindisi, vanta un centro storico tra i più belli del mondo

OSTUNI (Italy) - Pittoresca e tutta da scoprire è Ostuni, la Città bianca. Rinomata meta turistica, vanta un borgo medievale meraviglioso, ricco di stradine e abitazioni imbiancate con la calce in un dedalo che ricorda una casbah araba. Una passeggiata nella città vecchia, detta la “terra”, regala scorci pittoreschi tra vicoli, ripide scalinate, corti e piazzette su cui si affacciano case bianche impreziosite da gerani, botteghe artigiane, ristoranti tipici e negozietti.


La Puglia supera se stessa e si aggiudica il premio del National Geographic “Best value travel destination in the world”: mare fantastico, paesaggi naturali affascinanti e meravigliosi, borghi antichi ricchi di cultura e buon cibo. Sulla base di queste valutazioni la Puglia è stata eletta come la “miglior destinazione del mondo”. Secondo il National Geographic infatti “La Puglia vanta il meglio dell’Italia meridionale, i ritmi di vita, le tradizioni, la bellezza dei luoghi. Indomita”.

Stesso tipo di opinione arriva anche dal New York Times e dalla Lonely Planet, che descrive la regione come ricca di numerosi piccoli centri abitati e borghi dove non esiste il caos delle grandi città e dove inoltre, stando alle parole della Lonely Planet, “si possono assaggiare alcuni vini di qualità per niente costosi, in una regione che è la terza produttrice di vini e conta ben trenta diverse qualità di uve autoctone”.

Arroccata su tre colli, Ostuni sorge nella Valle d’Itria a 218 m sul livello del mare. Dista 40 km da Brindisi e 8 dalla sua costa adriatica da sempre omaggiata della Bandiera Blu. La magia di Ostuni è legata al caratteristico centro del borgo antico su cui troneggia la quattrocentesca Cattedrale in stile romanico-gotico e su cui spicca un grande rosone a 24 raggi di rara bellezza. Lungo via Cattedrale che divide in due il cuore medievale della città, si trova l’ex Monastero carmelitano sede del Museo delle civiltà preclassiche della Murgia Meridionale dove è esposto il calco di Delia, una donna in gravidanza vissuta 25.000 anni fa. In Largo Trinchera, si fronteggiano i settecenteschi edifici del Palazzo Vescovile e del vecchio Seminario, collegati dal suggestivo arco Scoppa.

Ostuni è meglio conosciuta come "la città bianca" per le sue costruzioni dipinte con la calce, che creano uno splendido effetto luce soprattutto nei mesi estivi. Il borgo medioevale è molto caratteristico e gode di una posizione suggestiva sulla collina. ogni casa è dipinta di bianco con pittura a calce. Nel XVII secolo la peste imperversò nella zona risparmiando Ostuni soprattutto per l’abitudine di imbiancare le abitazioni con la calce che ha la proprietà di essere un disinfettante naturale. Il centro storico di Ostuni è uno dei più belli d'Italia ed è conosciuto in tutto il mondo per la sua originalissima architettura.

Ostuni, con i suoi 33.000 abitanti, sorge sulle ultime propaggini della Murgia meridionale. La sua città vecchia, detta La Terra, è inconfondibile l’accecante monocroma colorazione del suo abitato, rigorosamente di bianco. Le case tinteggiate di calce e la peculiare topografia hanno fatto meritare epiteti fiabeschi, come Città Bianca, Regina degli Ulivi, Città Presepe, II nucleo antico - probabile supporto dell'acropoli messapica - è infatti arrampicato sui fianchi scoscesi di un colle e presenta una pianta ellissoidale, chiaramente espressa dalla cinta muraria rafforzata dai torrioni aragonesi. Ne rimangono otto dei quindici originari, come pure buone parti dei baluardi che chiudevano la città medioevale.

Ostuni è un affascinante groviglio di stradine anguste e tortuose, un susseguirsi di corti, piazzette e vicoli che un tempo facevano capo a cinque porte che si aprivano nella cinta muraria, munite di torri, piombatoi e bertesche. L'unica vera strada che raggiunge il vertice del "cono" e che divide il centro storico in due parti è via Cattedrale, mentre tutte le altre che lo intersecano sono vicoli ciechi o scalinate strette e ripide.Abitazioni scavate nella roccia, unite da archi e semiarchi da sostegno; come pure palazzi che, per gli stemmi gentilizi, i portali e la varietà delle linee architettoniche, con macchie d'ocra dorato ombreggiano l'accecante bagliore del bianco labirinto. Sulla sommità del colle si erge la Cattedrale, con elementi romanici, gotici e veneziani.

Abitato fin dalla preistoria, il territorio di Ostuni è occupato intorno al 1000 a. C. da Japigi e Messapi. La città è distrutta da Annibale nella seconda guerra punica, ricostruita dai coloni greci e, nei secoli successivi, occupata da Ostrogoti e Longobardi, Saraceni e Mori, Svevi e Normanni. Nel 1507 viene annessa al ducato di Bari di Isabella d'Aragona. Durante quasi due secoli di dominio spagnolo gli ostunesi tentano più volte di opporsi, finché nel 1799 proclamano la città libera e repubblicana. II congresso di Vienna segna il ritorno dei Borboni, ma anche la fioritura di sezioni della Carboneria e poi della Giovane Italia. Il 26 agosto 1860, a pochi giorni dalla partenza di Garibaldi da Messina, Ostuni - prima città della Puglia - abbatte gli stemmi borbonici e fa sventolare il tricolore. (Giorgio Esposito) (Fonti: Comune di Ostuni)


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Alberobello, la magia dei Trulli conquista e ammalia milioni di viaggiatori
Il tesoro della Valle d'Itria è patrimonio mondiale dell'umanità sotto vincolo dell'Unesco

ALBEROBELLO (Italy) - E' uno dei borghi più belli del mondo incastonato in un territorio da sempre tra i più apprezzati della penisola. La ridente cittadina, infatti, sorge nella Valle d’Itria capitale incontrastata dei Trulli con i suoi circa 1.000 nel solo centro storico. Il panorama è un acquerello che attira turisti da tutto il mondo nell'intero periodo dell'anno. Un successo legato anche alla severa conservazione cui è sottoposto. Il centro storico di Alberobello si visita agevolmente a piedi, passeggiando per le incantevoli stradine lastricate dei quartieri simbolo Monti e Aia Piccola - dichiarati Patrimonio dell'Umanità - dove si affacciano le porte dei trulli abbellite con piante rampicanti o vasi di fiori. Un paesaggio che sembra un quadro raffigurante storie antiche e secolari fatte di tradizioni e rispetto per la propria terra.


I due principali rioni della città, Monti e Aia Piccola, entrambi monumenti nazionali e dal dicembre 1996 riconosciuti dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, rappresentano un sito di eccezionale valore universale ed esempio di una forma di costruzione di edifici derivanti da tecniche preistoriche, ancora oggi sopravvissute intatte e funzionanti nel mondo moderno. L’atmosfera è agreste e mistica allo stesso tempo. Immersa in un paesaggio agrario d’altri tempi, in cui a perdita d’occhio si estendono vegetazioni di mandorli ed ulivi intervallati dai tipici muretti a secco, la cittadina di Alberobello, in provincia di Bari, nella Valle d’Itria, si sviluppa su due rilievi collinari. Emergono così agglomerati di case uniche nel loro genere che ci riportano indietro nel tempo, quando le prime costruzioni dell’uomo erano una continuazione naturale del luogo sul quale nascevano.

I trulli hanno in comune con le abitazioni dei popoli primitivi la forma esterna, un cilindro sormontato da un cono, ma in tutto il resto sono una costruzione originale: sono interamente costruiti in pietra calcarea locale tramite la tecnica “a secco”. Primitiva è la forma, così come i mezzi, ma certo non lo è la sapienza con cui è stata raggiunta una staticità eccezionale. Molto particolare è l’elemento del tetto, composto da una pseudo-cupola di lastre calcaree orizzontali posizionate in serie concentriche sempre più piccole, le cosiddette “chianche” e “chiancarelle”. Il risultato è una costruzione con un eccellente isolamento termico fresco d'estate e caldo d'inverno.

Da notare la chiave di volta, spesso decorata con motivi di carattere esoterico, spirituale o propiziatorio ed ingegnosa la presenza di un cornicione sporgente dal tetto utilizzato per la raccolta delle acque piovane in apposite cisterne. L'arte primitiva, già constatabile nelle forme dei pinnacoli, diventa più varia e complicata nei segni, nelle figure simboliche, nei monogrammi, negli emblemi e nelle sigle tracciate con latte di calce sul dorso dei tetti conici. La maggior parte dei simboli sono di origine religiosa cristiana e spaziano dalla croce al monogramma cristiano, dai simboli della passione al cuore trafitto, dal raggiante Sacramento al Calice Eucaristico.

Altri sono pagani come il gallo, la serpe, il ferro di cavallo, le corna di bue o di ariete e primitivi come circoli, triangoli, linee rette e curve, svastiche gammate come quelle che si rinvengono su alcuni antichi vasi apuli. Altri prendono spunto dalla magia; fra questi si ritrovano segni astronomici, zodiacali e planetari. O, ancora, semplicemente ornamentali e grotteschi, come la cornucopia, la stella, le iniziali del proprietario, la falce, la zappa, un mascherone.

Secondo alcuni studi, i trulli risalirebbero alla metà del XIV secolo. La loro maggior diffusione sarebbe datata secondo alcuni storici alla fine del XVI secolo, quando la costruzione a secco, senza malta, venne autorizzata dalla famiglia Acquaviva d’Aragona, i conti di Conversano, feudatari del posto, per sfuggire a un editto del Regno di Napoli che imponeva tributi a ogni nuovo insediamento urbano. Pertanto, tali edifici risultavano costruzioni precarie, di facile demolizione e non tassabili, quando in verità la loro struttura interna, seppur priva di elementi di sostegno e collegamento, possiede infatti una straordinaria capacità statica.

È il Rione Monti dove sorgono i trulli più antichi. Via Monte San Michele, via Monte Nero e via Monte Pasubio che ospita il quattrocentesco Trullo Siamese. La chiesa di Sant’Antonio, dalla particolare forma di trullo è tra gli edifici più caratteristici del luogo. L'altro suggestivo quartiere, l'Aia Piccola è l'unica zona esente da attività commerciali. Qui gli scorci testimoniano l'aspetto che buona parte del paese doveva avere agli albori. Oggi è Patrimonio UNESCO ed è ubicato sul versante sud-est di Alberobello, separato dal Rione Monti dal Largo delle Fogge, agli inizi del diciannovesimo secolo contava quattrocento trulli, che si affacciavano su otto piccole strade, abitati da circa 1300 abitanti. (Giorgio Esposito) (Fonti: Comune di Alberobello)


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Lecce, il Barocco vince anche a Natale
La "capitale" del Salento nella Top Ten delle città dove trascorrere le festività 2016 - 2017

LECCE (Italy) - Barocco, per me, il Natale lo è stato da sempre: da bambina, niente mi rallegrava più della teatralità dell’albero di famiglia, un tripudio di decorazioni chiaramente provenienti da set diversi che sembravano pronte a precipitare addosso alla sottoscritta da un momento all’altro.

In seguito al mio trasferimento a Lecce, le cose non sono cambiate: continuo ad apprezzare ogni aspetto di questa festività, finanche i più superficiali e opulenti; d’altro canto, in assenza di quelle “persone accese” tanto decantate da Charles Bukowski le luci intermittenti vanno più che bene alla sottoscritta. Ciononostante, spero che le settimane a venire possano offrire a ogni lettore di Italia News Press Agency - www.italianews.org un’occasione per riempirsi testa e cuore non solo di persone e luci, ma soprattutto di momenti accesi. E che Lecce possa costituire lo scenario ideale per i vostri ultimi stralci di duemilaesedici, non siamo i soli a pensarlo!


Di recente, persino Trivago ha inserito l’Atene delle Puglie nella sua classifica delle dieci mete perfette per la notte di San Silvestro. Degna di nota, però, è anche la Fiera di Santa Lucia, nell’ex convento dei Teatini, che dal 7 al 24 Dicembre offrirà ai visitatori la possibilità di ammirare i tipici “pupi” (figure presepiali in ceramica e terracotta); per non parlare dello splendido presepe realizzato nella suggestiva cornice dell’Anfiteatro Romano e dei tradizionali mercatini che attirano ogni anno visitatori da tutta la regione. Dedicate all’arte scenica saranno invece la serata “Artisti barboni per un giorno” (17 Dicembre) e la seconda edizione di “Kids – Festival Internazionale del teatro e delle arti per le nuove generazioni” (dal 28 Dicembre al 6 Gennaio) adatto soprattutto ai più piccini. Segnaliamo infine, tra i concerti, “Flatus Vocis in Spiritual Songs” (16 Dicembre), che prevede un’inedita “rilettura filo spirituale” di un repertorio che spazia da John Lennon a David Bowie.

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Lecce, “la città che mi abita” – una guida a perdersi (per ritrovarsi)
Briciole di gastronomia

LECCE (Italy) - Un caffè in ghiaccio con latte di mandorla per iniziare al meglio una giornata a Lecce? Certo, ma non solo: il centro storico della città è ricco di idee interessanti per pasti e spuntini dei viaggiatori più curiosi (e golosi). Quelli che la sottoscritta vi offre qui, naturalmente, sono solo piccoli ... assaggi: d’altro canto, eventi come il Festival dello Street Food tenutosi a metà Luglio in Piazza Libertini non fanno che confermare quanto la città del Barocco possa sorprendere anche i suoi stessi abitanti dal punto di vista gastronomico.


Supponiamo, per esempio, che stiate passeggiando in via Vittorio Emanuele II: sarebbe alquanto probabile imbattervi in squisite signore armate di sorriso smagliante e cesti di vimini colmi di taralli dolci e salati. “La casa del tarallino” di Giovanni DeGennaro, nato circa un anno fa nelle immediate vicinanze della chiesa di Sant’Irene, è in gran parte dedicato proprio alle numerose “variazioni sul tema” di questa delizia meridionale. Tra i tarallini salati, molto apprezzati dagli stranieri sono quelli alle olive nere, alle cime di rapa o cipolla e uvetta; tra i tarallini dolci, gettonatissimi quelli con zenzero e cannella o cioccolato e mandorle. Vicinissimo a “La casa del tarallino” è “GustoLiberrima”, la 'libreria del tempo libero' che, accanto a letture su temi che spaziano dalla moda al giardinaggio e dalla pesca allo sport, propone una vasta selezione di prodotti enogastronomicipugliesi. Prodotto di punta della libreria, nonché ottima idea per un regalo ad amici e parenti a casa, è il Cesto letterario: un pratico ma elegante cofanetto colmo di libri e leccornie inviabile in ogni angolo del globo.

Fatto un cospicuo rifornimento di tarallucci e vino potreste spostarvi verso Piazza Sant’Oronzo e fermarvi in uno dei numerosi bar con (splendida vista) sull’Anfiteatro Romano: amato e frequentatissimo da leccesi e non è soprattutto “Alvino”, perfetto per scoprire in quale fazione schierarvi nell’ardua disputa “rustico o pasticciotto” lanciata sul web da Fiorello qualche mese fa. Oppure, se è già ora di pranzo e dopo la camminata mattutina avrete bisogno di qualcosa di più sostanzioso, è d’obbligo una tappa all’altrettanto apprezzata “Piadina salentina”, in cui partendo da un menu di base è possibile sceglierenon solo gli ingredienti da inserire nella piadina ma anche tra più possibili impasti della stessa: dal farro ai 10 cereali, dalla canapa al tritordeum.

Ancor più particolari i prodotti de “Il fornaio”, tra i quali degni di menzione sono due speciali pani leccesi cotti in forno di pietra: la piscialetta (con cipolla, pomodori a pendolo e olive nere) e il pizzo (ugualmente condito ma più secco e rustico). Ancora affamati e magari accompagnati da piccoli esploratori che scalpitano per un dessert? Se sceglierete di non allontanarvi dalla Piazza, non posso non consigliarvi le crepes dei gemelli Scrimieri, proprietari de “Le Mille e una Crêpes” in via Dei Mocenigo, creperia nata poco più di quattro anni fa: ovvero quando Luca e Mauro, dopo aver sottoposto i propri amici a numerosi 'assaggi di prova', hanno scelto di mettersi in gioco proponendo ai clienti crêpes create su misura dei loro gusti. Nella mia prediletta ci sono cioccolato fondente, marmellata di fichi, granella di mandorle e Grand Marnier ... ma credetemi, sceglierne una è stato davvero difficile!

L’afa estiva potrebbe tuttavia indurvi a optare per qualcosa di più fresco: in tal caso vi sarebbe di grande aiuto farequattro passi lungo via Trinchese, dove c’è una tale concentrazione di gelaterie da indurre la sottoscritta e molte sue colleghe universitarie a festeggiare in quella zona ogni esame andato bene (o eventualmente a consolarsi in caso contrario).

Anche in questo caso preferisco indirizzarvi verso le specialità locali: ad esempio, da “Natale” potreste abbinare ai classici cioccolato o stracciatella un gusto unico al mondo, “D’Enghien”. Si tratta della versione gelato di una torta a base di mandorle verdi, crema di limone, panna frescae pasta choux, vincitrice del concorso Donna Salentina; il suo inusuale nome si ispira alla contessa di Lecce Maria D’Enghien (1367-1446), grande benefattrice della città e appassionata di... agrumi.


Anche da “Martinucci” avreste l’imbarazzo della scelta in fatto di gusti: oltre agli ottimi e tipicamente “made in Sud” mandorle e fichi, caffè leccese e Barocco, periodicamente la gelateria propone novità dai nomi misteriosi (Provami, Gusto del mese, Solo qui...) e dai sapori unici. E se al gelato preferite lo yogurt, non avreste bisogno di spostarvi granché: vi consiglio infatti quello di “Settimo Cielo”, accanto al Teatro Politeama Greco. Si trovano invece nei pressi di Piazza Mazzini – meta ideale, tra l’altro, per chi ha un disperato bisogno di fare shopping – “La puccia” e il raffinato “300mila” Lounge Bar. La prima permette per tutta la settimana di scoprire il sapore del tipico pane leccese (farcito a vostro piacimento); il secondo è uno dei locali più frequentati dai leccesi (in particolare per pause pranzo e aperitivi) e pluripremiato, tra gli altri motivi, per aver portato in Puglia “un modo internazionale e trasversale di fare cultura del bar”, tra quadri d’arte contemporanea e musiche jazz e lounge.

A conclusione di questo breve excursus gastronomico, credo sia giusto dedicare qualche dritta anche a una realtà recentemente in crescita, ovvero quella vegetariana e vegana: esistono infatti – e non solo nel centro storico – diversi locali che mettono a disposizione varianti “verdi” di piadine, pucce e compagnia bella. Ne cito tre per tutte: il “vegan kebab” di “Piadina salentina” nella centralissima Piazza Sant’Oronzo, a base di seitan ed ottimo con la crema d’avocado, la focaccia vegana di “Sapori di Strada” in via Palmieri e l’intero menu del ristorante “Zenzero” (sul Viale dell’Università) che offre anche il servizio d’asporto. Tutti consigliatissimi anche agli onnivori, beninteso!


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Lecce, “la citta’ che mi abita” – una guida a perdersi (per ritrovarsi)
Briciole di arte, cultura e poesia in via Palmieri

LECCE (Italy) - Mi ero trasferita a Lecce da circa una settimana e tutto ciò che avevo visto era l’Obelisco dal balcone della mia nuova casa. Capita, quando si è con l’acqua alla gola a causa dell’ennesimo esame. Eppure ad oggi sono contenta di aver dovuto aspettar tanto la prima, errabonda mattina tra i vicoli della città. Forse senza tutti quei mesi chiusa in camera a studiare avrei apprezzato di meno un mucchio di cose: il modo in cui la luce colpiva le facciate dei palazzi, per esempio. Le forme bizzarre delle maniglie che presto avrei imparato a memoria. La cordialità di artigiani e artisti di strada che, per fortuna, sin da allora hanno sopportato di buon grado le mie domande indiscrete o semplicemente il mio sguardo fisso sulle loro mani. E poi, quella meravigliosa piazzain cui convivono con una naturalezza disarmante i residui di epoche tra loro lontanissime.


Ebbene, ciò di cui vorrei parlarvi in questa seconda tappa del nostro piccolo viaggio virtuale è proprio tale naturalezza. Per farlo, però, mi piacerebbe spostarci da Piazza Sant’Oronzo - di cui vi ho raccontato nella puntata precedente – a un’altra zona del centro storico, non troppo distante, che probabilmente vi capiterà di percorrere per recarvi nei pressi dei monumenti più apprezzati dai turisti – quelli in Piazza Duomo, per intenderci. Perché per quanto il campanile, l’episcopio, l’ex-seminario e lo stesso Duomo meritino in pieno d’essere immortalati ogni giorno da centinaia di macchine fotografiche, ricca di sorprese, di arte e cultura è anche la strada che a essi conduce. Questa strada si chiama Via Giuseppe Palmieri e rappresenta la perfetta fusione tra quelle che sono le tradizioni storiche di una città e lo sforzo innovativo di coloro che, chi da qualche anno, chi da qualche mese, la rendono dinamica e accattivante persino per chi di storia e tradizione parrebbe non volerne sapere affatto.

Ma andiamo con ordine: percorrendo quella che il magistrato e scrittore Michele Paone definì come una “tra le più eleganti arterie della città barocca”, un appassionato d’architettura non potrebbe non fermarsi ad ammirare le splendide facciate e i curiosi balconi dei palazzi Guarini e Marrese, il Teatro Paisiello – il più antico della città - o la suggestiva chiesa di San Giovanni di Dio, periodica sede di numerose esposizioni artistiche. Inoltre, sebbene la maggior concentrazione di botteghe si trovi in una zona più centrale, anche in via Palmieri è possibile ammirare alcuni notevoli prodotti dell’arte della cartapesta, nata nel XVII secolonei locali dei barbieri che a essa si dedicavano per ingannare il tempo tra un taglio di capelli e l’altro. A chi volesse saperne di più, consiglio una visita all’apposito Museo nei sotterranei del Castello Carlo V o, ancor meglio, una bella chiacchierata con i Maestri Cartapestai di Lecce!

Perché, più che di statue o monumenti, oggi vorrei parlarvi di persone: persone in carne ed ossa e soprattutto più vive e creative che mai. E questo in quanto, benché le loro attività siano assai differenti, pressoché identica è la passione che li anima e che rende inconfondibile l’atmosfera che si può respirare nelle sedi di tali attività, per l’appunto ospitate in via Palmieri. Qui citerò solo quattro di questi posti – quelli che conosco meglio – ma posso assicurarvi che non sono gli unici a saper incantare ... nelle settimane a venire, dedicherò loro molto altro spazio). Stavolta, allora, all’invito a perdervi della puntata precedente aggiungo quello a fermarvi. Facciamo tutto così di fretta, ormai. Fermiamoci a osservare le cose e le persone che ci colpiscono, parliamo con loro invece di considerarli solo per la manciata di secondi necessari a immortalarli con la fotocamera dello smartphone. Non sono immune alla frenesia del mio tempo, eppure questa città mi aiuta a distaccarmene ogni giorno un centimetro di più. E così le fotografie le scatto lo stesso, ma solo dopo aver ascoltato. E quanto hanno da raccontarci, queste persone e questi luoghi...

Chi, per esempio, alla storia seicentesca preferisce quella di decenni più recenti e soprattutto alla storia di vicoli e palazzi preferisce quella della moda, potrebbe trovare pane per i suoi denti nel “MILE’ VINTAGE STORE” di Ivan Di Paolo, nato a Milano ma residente a Lecce da 5 anni. Appassionatosi al vintage grazie ai suoi genitori (in particolare al padre artigiano), da un anno e cinque mesi circa Ivan offre ai visitatori del numero 64 di Via Palmieri un’ampia gamma di articoli retrò, forse più gettonati nelle grandi capitali della moda come Parigi o la stessa Milano ma che iniziano ad essere conosciuti e apprezzati anche al Sud.E con un tocco di creatività in più, perché oltre a cappelli cuciti a mano, abiti sartoriali, pipe da collezione e cartoline d’epoca a prezzi più convenienti di quanto possiate immaginare, non mancano originalissimi accessori realizzati artigianalmente dal MILE’ VINTAGE STORE” con… bottoni!

L’influenza di qualcuno a lei vicino negli anni dell’infanzia è stata fondamentale anche per Daniela, la bella e caparbia proprietaria de “Il ripostiglio di Atena” ma parallelamente anche pittrice e restauratrice. L’omaggio alla dea delle arti, ribadito anche dal gufo nell’insegna, non è quindi casuale e i turisti che ogni giorno entrano nel negozio, attirati dai vivaci colori della vetrina aggiornata “stagionalmente” (in foto in versione San Valentino), non possono fare a meno di notare la minuziosa cura per i dettagli visibile in ogni campanella, in ogni tazza, in ogniarticolo da regalo nato dalle abili dita di Daniela. E di lei, ci tengo a specificarlo, mi ha colpito soprattutto questo: non sempre all’amore per la bellezza si abbina la capacità di faticare in nome di quell’amore, ma questo è uno dei felici casi in cui ciò avviene. Mi è capitato più di una volta, rincasando a tarda notte, di vedere questa ragazza ancora in negozio, dopo l’ennesima “infornata” di manufatti, con le braccia a pezzi ma occhi sempre svegli, sorriso sempre lucente. Andate a trovarla e vedrete.

Sempre per restare in tema di accostamenti inusuali, vi è mai capitato di entrare in una libreria e di trovare una raccolta di fumetti accanto a un violino e un pianoforte? Questo è solo uno dei modi in cui “La bambola di Kafka”, libreria indipendente specializzata in usato e fuori catalogo, ha saputo conquistare il mio cuore.

Nata nel Febbraio 2014 grazie al libraio Fabio Colella, leccese ma reduce da quindici anni di lavoro a Roma comprendenti anche la collaborazione consvariati studi bibliografici, “La bambola di Kafka” si propone, con un’offerta di oltre 15.000 volumi, di far scoprire a giovani e meno giovani autori dimenticati persino dalle case editrici più importanti. Anche in questo caso le altre passioni del proprietario, come la pittura e la musica, trovano il loro spazio attraverso eventi periodici e la perenne messa a disposizione degli strumenti musicali cui vi ho accennato prima per chiunque abbia voglia di suonarli. Ma “La bambola di Kafka” è per me speciale soprattutto perché mi ha regalato una bellissima storia: la storia del suo nome, che potete leggere qui (in italiano: https://labamboladikafka.wordpress.com/la-bambola-di-kafka/ - in inglese: http://lukestorms.com/2010/11/25/kafka-and-the-little-girl/ )

Ci sarebbe ancora molto altro da dire su Via Palmieri e su coloro che la abitano. La mia speranza è che queste parole possano spingervi a volerli conoscere di persona, a volervi addentrare nelle atmosfere che hanno saputo tratteggiare, non importa se in una libreria o nel salone di un antico palazzo. Prima di concludere il viaggio con un’appendice di piccoli (ed economici!) suggerimenti gastronomici, c’è tuttavia un’ultima realtà leccese da citare. Una realtà atipica da queste parti e in cui potreste imbattervi non solo in Via Palmieri, ma sostanzialmente in tutto il centro storico da circa un lustro. Nasceva nel 2010, infatti, il movimento “Poesia d’Assalto” ( https://www.facebook.com/#!/Poesia-dAssalto-Lecce-320570554626913/?fref=ts/ ) grazie al giovane autore Davide Casavola, autore di versi che pian piano iniziava a trascrivere sulle vecchie saracinesche abbandonate, un po’ come se fossero le pagine di un diario. Non è il solo a farlo in Italia, tant’è che a ispirarlo è stato proprio il casuale incontro con Ivan Tresoldi, in arte ivan, per Davide “il poeta di strada per antonomasia”. Ma in che cosa è peculiare la poesia di strada? “Non pretende di essere colta e raffinata e non si pone limiti: né nei suoi potenziali autori, né nel suo potenziale pubblico (del resto, per citare lo stesso ivan, ‘il poeta sei tu che leggi’).”E questo senso della condivisione, nel caso degli assalti poetici leccesi, è forse ancora più forte in quanto Davide e colleghi operano alla luce del giorno, senza nascondersi dalle forze dell’ordine. Per loro è essenziale far capire il senso di quanto stanno facendo: una ragionata e accurata opera di riqualifica. Davide non sceglie mai un muro o una saracinesca in maniera casuale, né vi riscrive la stessa poesia o lo stesso frammento se il sole o il vento li cancellano col trascorrere del tempo: “Nel momento in cui trascrivo la poesia dal mio quaderno al muro, quest’ultima diventa di tutti”. E proprio con una di queste poesie, ispirata a una canzone di Georges Brassen, la sottoscritta vi saluta e vi invita per l’ultima volta a perdervi. Tra i vicoli. Tra le storie. Tra i passanti.

Io dedico questi miei versi, ad
ogni passante in corsa nel Corso,
per ogni istante distolto,
per tutti gl'incontri andati persi.

Per quei banchetti d'artigiani
che, all'ombra di Rudiae
ingombra di sguardi,
metton in opera le propre mani,
porgendo l'affetto per chi ne ha riguardo.

Per quei migranti dal volto inespresso,
seduti in coro a cercare ristoro, dove
una sigaretta trova uno sguardo
perplesso sciogliendo
quell'indifferente, gelato decoro.

Per quei musicisti assorti e contorti,
che donano ai vicoli motivo per
festeggiare, seppur le custodie non
sian colme di spiccioli, trovan
conforto negli sguardi intenti a sostare.

Per quei pittori dal trepiedi sempre
in mostra che non costa fatica, la matita, che si giostra, per ogni insincero, passo gelido, dell'astante dona a colori il sentiero più vero,
per tradurre, il circostante.

Per quegli acrobati, giocolieri,
senza sosta che domano il fuoco
e gli sguardi concentrati, non un gioco ed è assai dura la posta
poiché è imposta dagli sguardi sconcertati.

Per quel passante ormai troppo indipendente, che ha fatto dell'indifferenza, la differenza, più eloquente, sapersi distante da ogni istante presente per non condividere un po’ di vero con tutta la propria gente…


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Lecce, “la città che mi abita” – una guida a perdersi (per ritrovarsi)

LECCE (Italy) - Ho sempre pensato che come guida turistica non sarei un granché: soprattutto se per guida turistica s’intende una persona capace di accompagnarvi da un punto x a un punto y illustrandovi a memoria vita morte e miracoli di ogni singola pietra, chiesa o statua in cui si imbatte durante il percorso. Se si trattasse di vita, morte e miracoli di ogni gatto magari potrei anche riuscirci, ma questa è un’altra faccenda. Qui si tratta di farvi da cicerone in un piccolo viaggio virtuale alla scoperta di una meta che negli ultimi anni ha riscosso crescente successo tra turisti non solo italiani, ma provenienti da ogni angolo del globo.


Atene delle Puglie, Firenze del Sud, Paradiso di Cartapesta sono solo alcuni degli appellativi che nel corso del tempo ha saputo guadagnarsi Lecce, la città in cui vivo ma soprattutto la città che mi abita. E che, da quando mi ci sono trasferita per motivi di studio, mi ha adottata un pezzettino di cuore alla volta. Per queste ragioni – vi prego - non considerate i miei suggerimenti come delle mete irrinunciabili, dei must da visitare e condividere sui social in tempo reale a tutti i costi. Considerateli briciole, un po’ come quelle che formano i sentieri delle fiabe: briciole che un corvo dispettoso o una strega cattiva potrebbero sottrarre dalla vostra vista da un momento all’altro. Considerateli un invito a perdervi, non solo a Lecce, ma anche nelle vostre città, quelle che credete di conoscere e che invece aspettano solo l’occasione giusta per sorprendervi. Perdetevi. E forse, in un vicolo, in una statua, in una scritta sul muro... forse vi ritroverete.

Per cominciare: Briciole di storia - Perché il Barocco, quel Barocco che la storia dell’arte e della letteratura ha lungamente sottovalutato, quel Barocco di cui raccontava lo scrittore e poeta Vittorio Bodini e di cui Lecce, nel Sud Italia, è la capitale indiscussa, è anche questo: continuo stupore, continua meraviglia, continuo artifizio. Emblema di ciò e per questo punto di partenza ideale per noi è la facciata del Duomo di Lecce: o per meglio dire, la falsa facciata. Essa, difatti, è molto più appariscente dell’effettivo prospetto principale: quest’ultimo, tuttavia, è collocato in maniera tale da sfuggire all’occhio di colui o colei che varca la soglia del sagrato per la prima volta. E, nella maggior parte dei casi, resta a bocca aperta. Al centro dello scenografico “Carnevale di pietra” (citando Bodini) della falsa facciata troviamo Sant’Oronzo, patrono della città dal 1658, anno in cui, secondo la leggenda devozionale, liberò i leccesi dalla peste spodestando dal ruolo di patrono della città Sant’Irene.

Naturalmente non è l’unica effigie del Santo in cui ci si potrebbe imbattere nel centro storico: degna di menzione è senz’altro la statua posta sulla sommità della Colonna situata nell’omonima Piazza, vero e proprio salotto della città. E lo è soprattutto per la sua travagliata vicenda: infatti, durante la festa patronale del 26 Agosto 1737, la prima versione della statua, di legno rivestito in rame, fu distrutta da un razzo. Mentre i leccesi si affannavano a raccogliere ceneri e tizzoni ardenti credendoli reliquie miracolose, una seconda statua fu ordinata a Venezia, dove fu inviata a bordo di una nave la testa della precedente - incredibilmente rimasta intatta. Per disgrazia, prima di giungere a destinazione, la nave fu sfasciata da una tempesta: nessun membro dell’equipaggio, tuttavia, perse la vita. E di tutto il carico a bordo si salvò solo una cosa: la testa di Sant’Oronzo. Solo nell’estate del 1739, finalmente, giunse a San Cataldo una nuova statua, quella che ancora oggi veglia sulla Piazza dall’alto della sua colonna di marmo.

Più fortunato della statua è stato a Lecce il nome di colui che raffigura, tant’è che da quando la sottoscritta si è trasferita qui ha conosciuto – che si trattasse di pagine di storia o pagine di vita quotidiana - almeno una ventina di Oronzi.

E proprio parlandovi di due di loro, un Oronzo del passato e un Oronzo del presente, voglio chiudere la prima parte del nostro piccolo viaggio virtuale. L’Oronzo del presente è Oronzo De Matteis, il “pittore degli oceani” che qualche tempo fa ho avuto l’onore e il piacere di vedere al lavoro nella Chiesa di San Giovanni di Dio, dove ha esposto alcune delle sue migliori opere durante la scorsa estate.

L’Oronzo del passato, invece è Oronzo Mansi, sindaco della città nel 1797: nella primavera di quell’anno, il re Ferdinando IV di Borbone visitò Lecce e, stando al “Ragguaglio” scritto dal sindaco che lo accompagnò, non sempre fu il massimo dell’affabilità.

Un giorno infatti, stanco di concerti ed elucubrazioni artistiche il sovrano rispose al “Maestà, questo è l’Arco di Prato del sindaco con un non proprio raffinato “Me ne strafotto, io, dell’Arco”: ebbene, il prode Mansi ebbe la prontezza di spirito, al momento della partenza del re, di spiegargli l’assenza del popolo irritato dal suo comportamento con queste parole: “Maestà, Lecce è città te l’arte: si ‘nde futte te ci rria e de ci parte!” (trad. dal dialetto: “Maestà, Lecce è città d’arte: se ne fotte di chi arriva e di chi parte!”)

Nella seconda parte: briciole di arte, cultura e poesia a spasso per via Palmieri. E qualche suggerimento gastronomico per i palati più curiosi.

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